Attesa per l’annuncio di Macron: e se fosse Lecornu bis?

Potrebbe arrivare una clamorosa riconferma. In Francia c’è da scegliere un nuovo primo ministro, e c’è chi dice che per il presidente Emmanuel Macron il sostituto perfetto di Sébastien Lecornu sia proprio… Lecornu stesso. A poche ore dall’atteso annuncio del capo di Stato, crescono le tensioni all’interno della maggioranza presidenziale, – l’unica formazione politica non invisa, fino ad ora, al presidente – dove una parte di Renaissance si mostra contraria alla prospettiva – tornata in auge nelle ultime ore – di una riconferma di Sébastien Lecornu a palazzo Matignon. Parallelamente, le forze della gaiuche, fatta eccezione per La France insoumise di Jean-Luc Mélenchon (Lfi) – che chiede a gran voce le dimissioni di Macron – rinnovano l’appello a una coabitazione con un primo ministro espressione della sinistra. “Se dovesse essere rinominato non capirei”, ha dichiarato la ministra dimissionaria per la Transizione ecologica, Agnès Pannier-Runacher, in un’intervista a Franceinfo, sottolineando: “Bisogna ascoltare ciò che i francesi ci dicono. Ciò che i francesi attendono, è una discontinuità. Il nuovo primo ministro dovrà dunque essere un primo ministro di rottura rispetto ai governi precedenti. Una personalità che non viene dal campo macroniano”, ha affermato. C’è da dire che solo il 14 per cento dei cittadini transalpini ha ancora fiducia nel presidente Macron.

Senza menzionare direttamente Lecornu, anche il segretario di Renaissance ed ex premier Gabriel Attal ha insistito su France 2 sulla necessità di “condividere il potere” con le altre forze politiche, precisando che “non bisogna dare l’impressione di accanirsi a voler conservare la mano su tutto”. Dalla stessa linea, Hervé Marseille, capo dei centristi dell’Unione dei democratici e degli indipendenti (Udi) al Senato, ha respinto l’ipotesi di un nuovo esecutivo guidato da Lecornu. “Se ricominciassimo con un governo Lecornu II, non sarebbe un buon segnale” per il Paese, ha affermato in diretta su LCI, aggiungendo che “bisogna ripartire da una pagina bianca”. Analoga la posizione di Horizons, il partito fondato da Èdouard Philippe, secondo cui un Lecornu bis non costituirebbe “un buon segnale”.

Nel pieno di un vero e proprio psicodramma politico, Macron ha convocato per oggi alle 14:30 i leader dei partiti allEliseo – ad eccezione del Rassemblement national  (ironicamente, il partito preferito dai francesi) e di La France insoumise – nel tentativo di sbloccare l’impasse istituzionale che paralizza la seconda economia dellarea euro. Il capo dello Stato si è impegnato a nominare un nuovo premier entro la serata. Dalla gauche, i segretari Olivier Faure (Partito socialista), Marine Tondelier (Ecologisti) e Fabien Roussel (Partito comunista) – praticamente il Nuovo fronte popolare meno Mélenchon – hanno rinnovato l’appello a Macron affinché scelga la via della coabitazione con un primo ministro di sinistra. In una dichiarazione congiunta diffusa all’agenzia France presse, i tre esponenti hanno avvertito che “persistere nell’ostruzione significherebbe indebolire ulteriormente la nostra democrazia. Signor presidente, ascolti il Paese”, hanno sollecitato a poche ore dalla decisione dell’Eliseo.

Infine, sul fronte economico cresce l’inquietudine. Il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, ha espresso stamattina il proprio disappunto per la perdurante instabilità politica, dichiarando di “averne davvero abbastanza del disordine politico” che attraversa la Francia. Intervenendo su RTL, ha invitato le forze politiche a trovare un terreno comune: “Sono come tutti i francesi, amo il nostro Paese e ne ho davvero abbastanza di questo disordine politico”, ha detto, ribadendo che “è tempo di fare dei compromessi, non è un’ingiuria, e di fare delle coalizioni”.

Aggiornato il 10 ottobre 2025 alle ore 16:45