Il collegamento dell’Europa al mondo è Trump

L’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (Sco) ha visto i suoi dieci Paesi aderenti discutere delle sorti mondiali. I Paesi sono Russia, Bielorussia, Cina, India, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Tagikistan e Uzbekistan. Nata per bilanciare, tipo contrappeso, l’influenza degli Stati Uniti in Asia, con il dirottamento del gasdotto Power of Siberia 2 dalla Russia di Vladimir Putin verso la Cina di Xi Jinping, sta ribaltando lo stesso ordine mondiale e il suo equilibrio. Basta guardare le immagini dei leader di Cina, India e Russia vicini.

Il collegamento dell’Europa al mondo è il presidente Usa Donald Trump. Suggerisco ai più di mettere da parte le rabbiose invettive antidemocratiche contro il capo di Stato americano eletto, e cominciare a porsi – e porre – la nostra Europa in sinergia con gli Usa di Trump. L’Unione europea deve, al contempo, riformare se stessa dall’interno facendo perno sulla legittimità del Parlamento, non più sulla Commissione europea. Il conflitto russo-ucraino, a maggior ragione, deve rimanere circoscritto ai due Paesi e gestito dal presidente Usa per il raggiungimento della pace. L’attuale Europa si è mossa, e tutt’ora si muove, come se il mondo ruotasse intorno a lei, ma evidentemente così non è. È stata lanciata stupidamente a fare guerre non sue, a voler intervenire ed esserci, per lo più per spingere sulla guerra anziché la pace.

Adesso che il gas va in Cina con tutti gli onori – mentre il gasdotto nord Stream è stato sabotato e distrutto contro l’Europa – e che gli Stati Uniti cercano di mantenere per sé l’ago della bilancia e la supremazia del dollaro, apparirà più chiaro anche ai più deboli di comprendonio che l’Europa – riformata sotto la “scurestatunitense dei dazi – esiste e potrà esistere unendosi stretta alle potenze democratiche occidentali. Primi tra tutti, gli Usa.

Aggiornato il 03 settembre 2025 alle ore 12:29