Olimpiadi 2024, via la croce dal manifesto: per Tajani è “stupidità”

“Togliere la croce dalla cupola della chiesa degli Invalides per il manifesto delle Olimpiadi 2024 non è laicità, è stupidità”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, nel corso di un suo intervento al Congresso del Ppe, in riferimento al fatto che all’interno dei manifesti dei Giochi di Parigi 2024 scompare la croce. Ancora Tajani: “Non possiamo rinunciare alla nostra identità. Se noi stessi non rispettiamo la nostra storia – insiste – gli altri non lo faranno mai. Il nostro è il partito cristiano-democratico, non possiamo rinunciare alla nostra identità”.

Diverse le reazioni anche in Francia dopo la diffusione del bozzetto del manifesto ufficiale dei Giochi (il disegno è opera di Ugo Gattoni, il quale dice di aver creato le immagini “senza secondi fini”). Marion Maréchal, capolista di Reconquète! di Eric Zemmour, osserva: “Perché cancellare la croce in cima agli Invalides? Perché non c’è nessuna bandiera francese? Perché organizzare i Giochi olimpici in Francia se è per nascondere quello che siamo?”. E François-Xavier Bellamy, dei Républicains, aggiunge: “Coloro che sono pronti a negare la Francia fino a travestire la realtà per annullare la sua storia”. Bordate pure da Nicolas Dupont-Aignan: “La Francia è disonorata quando rinnega la sua storia e la sua cultura”.

Il Comitato organizzatore dei Giochi, dal canto suo, parla di “interpretazione artistica gioiosa, leggera, di una città-stadio reinventata”. Dove i “numerosi elementi possono essere stati reinterpretati dall’artista. È una rappresentazione non esaustiva, né fedele alla realtà, senza che ciò debba essere oggetto di interpretazioni a fini politici”.

“Con la cancellazione della croce dalla guglia dell’“Hôtel des Invalides” di Parigi nei manifesti e simboli delle Olimpiadi, la Francia ha assestato un altro colpo mortale alla storia e alle identità dell’Europa”. Questo l’intervento, in una nota, dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo.

“Una nazione che si vergogna del proprio passato, tanto da nascondere i simboli più forti della sua tradizione, dalla croce allo stesso tricolore – incalza – e oltraggiare un simbolo nazionale di civiltà, compie l’ennesimo sfregio alla identità collettiva di un continente. Con il silenzio complice delle sinistre e la sola voce delle forze politiche di destra a gridare lo scempio di questa deriva valoriale”.

“La Francia – termina – svende l’identità della nazione per compiacere sponsor sauditi e in nome di un cancel culture che vuole demolire ciò che rimane delle radici cristiane dell’Europa. L’integrazione culturale, se di questo si vuole parlare, non si realizza cancellando le proprie di radici culturali ma anzi valorizzandole”.

Aggiornato il 07 marzo 2024 alle ore 15:18