Cambio della governance in Europa

Continua inesorabile la crescita dei partiti conservatori in Europa. Un vero e proprio dramma per la nomenklatura europea che sente sempre più vicina la fine di un potere che esercita senza soluzione di continuità da oltre un ventennio.

Dopo la Grecia, dove le elezioni politiche del 20 maggio, hanno visto la vittoria a maggioranza relativa del partito Nea Dimokratia del premier “uscente” Kyriakos Mītsotakīs. La vittoria è stata parziale in quanto non avendo raggiunto per soli 5 seggi la maggioranza assoluta nel parlamento greco che conta 300 membri, a causa del sistema elettorale proporzionale, il premier uscente ha rifiutato, opportunamente, il mandato esplorativo per tentare di formare un eventuale governo di coalizione. Si andrà di nuovo alle elezioni il 25 giugno. In questa nuova tornata elettorale, una sorta di secondo turno, il partito che risulterà vincitore potrà contare sul premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale vigente in Grecia e quindi il leader di Nea Dimokratia Mītsotakīs potrà formare un esecutivo monocolore in luogo di un governo di coalizione. Nella prima tornata elettorale Nea Dimokratia ha ottenuto consensi doppi rispetto alla sinistra di Syriza e quindi è data per scontata la vittoria di Mītsotakīs.

Domenica scorsa è stato il turno della Spagna dove alle importanti elezioni amministrative il governo di estrema sinistra ha subito una cocente sconfitta nelle Comunidad e nelle città di: Barcellona, Madrid, Valencia e Siviglia, ovvero le più importanti città penisola iberica. Elezioni che hanno assunto un peso politico che va oltre la rilevanza del rinnovo delle amministrazioni degli enti locali. Il risultato per il Partito Popolare e per Vox è andato oltre le più rosee aspettative. Il premier di sinistra Pedro Sánchez ha, suo malgrado, preso atto della sconfitta che è andata oltre le più negative previsioni. Senza indugio, da politico navigato Sánchez ha deciso di andare alle elezioni politiche anticipate nella speranza di contenere la valanga che sta travolgendo il suo partito.

È di tutta evidenza che gli elettori, nelle nazioni in Europa che hanno votato per le elezioni politiche, stanno premiando i partiti conservatori e i loro alleati di centrodestra. La slavina che sta spazzando via i governi socialisti nell’Unione europea è cominciata in Italia con la vittoria della coalizione di centrodestra, ha proseguito in Finlandia, si confermerà alle elezioni del 25 giugno in Grecia e culminerà con la probabile vittoria del Partito Popolare in Spagna.

In Germania, il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz è in caduta libera nel gradimento dei tedeschi così come il presidente Emmanuel Macron in Francia. Risulta chiaro il messaggio degli elettori dei Paesi che hanno votato. Si sono stancati di una Unione europea governata da una oligarchia che preferisce i ragionieri che hanno elaborato il Trattato di Maastricht e del direttorio franco-tedesco piuttosto che gli interessi comuni e la solidarietà tra i Paesi membri. Nomenklatura senza lungimiranza che ha reso possibile che l’Europa diventasse sotto la loro guida un “nano politico” nonostante sia un “gigante economico”.

È sempre più probabile che alle prossime elezioni europee nella primavera del 2024 si prospetti un governo delle istituzioni europee a trazione conservatrice e liberale, che può far ritornare il continente europeo protagonista della governance mondiale e non una semplice comparsa!

Aggiornato il 30 maggio 2023 alle ore 10:30