Shinzo Abe è morto in un attentato

Intorno alle 11,30 di oggi (4,30 ore italiane) l’ex premier giapponese Shinzo Abe è stato raggiunto da due colpi di arma da fuoco durante un comizio. Stava arringando la folla a favore di un candidato del Partito liberal-democratico per le elezioni della Camera alta, che si terranno il 10 luglio prossimo. Anche se cosciente, subito dopo l’attentato è stato trasportato con l’elicottero in un ospedale locale. A causa di un arresto cardio-polmonare, sommatosi alle complicazioni dovute alle due ferite delle pallottole, i medici non sono riusciti a salvarlo.

Il presunto omicida è stato identificato come Yamagami Tetsuya, secondo fonti governative membro delle Forze armate del Giappone. “Non è un rancore contro le convinzioni politiche dell’ex primo ministro Shinzo Abe” ha detto l’uomo durante l’interrogatorio della polizia della prefettura di Nara, luogo del misfatto. Il 41enne per ora non sembra aver agito per motivi politici.

Abe discende da una lunga tradizione di uomini di Stato. Il nonno fu primo ministro a fine anni Cinquanta, il padre a cavallo degli anni Sessanta-Settanta. Laureatosi a Tokyo, ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti per studiare Scienze politiche. Qui è nata l’ammirazione per lo Zio Sam, che segnerà la sua carriera politica. Tornato nel 1979 a casa, Abe è diventato molto attivo nel Partito democratico-liberale, scalando tutte le posizioni fino a diventare segretario di suo padre, Shintaro Abe, ministro degli Esteri giapponese. Nel 2006 ha preso il posto di Junichiro Koizumi, diventando il primo capo di Stato a essere nato dopo la Seconda guerra mondiale. Il suo primo mandato fu macchiato da alcuni presunti scandali finanziari, e si dimise nel 2007.

Nel 2011 Shinzo Abe ha preso di nuovo le redini del Giappone, che era caduto in una profonda crisi. Le dure misure prese dal primo ministro, a cominciare dall’aumento dell’inflazione e la svalutazione dello yen rispetto al dollaro e ad altre valute straniere, funzionarono. Nel 2013 e 2014 l’economia giapponese registrò una forte crescita, seguita a un drastico calo del tasso di disoccupazione. Nel 2020 – per motivi di salute – rinuncia alla guida del Paese, senza mai però abbandonare l’idea di un ritorno in carica. Un sogno che si è tristemente spento oggi.

Aggiornato il 08 luglio 2022 alle ore 12:17