Pensioni, la Francia vive il tredicesimo giorno di caos

Tredicesima giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni. Lo scontro in Francia si fa sempre più duro. Novantamila abitazioni sono rimaste senza energia elettrica a causa di azioni volontarie commesse da esponenti del sindacato Cgt nella rete elettrica di Lione e della regione della Gironda (Rte). La direzione del gestore della rete ha denunciato “atti ostili” legati al “movimento sociale” contro la riforma delle pensioni. Subito dopo, le azioni sono state rivendicate dalla Cgt della Rte. Al momento di massima incidenza dell’azione di protesta, sono state 50mila le case rimaste senza elettricità.

Ieri erano 600, oggi sono 300 i chilometri di code nell’area intorno a Parigi. L’emittente Bfm tv sostiene che l’accesso alla capitale sia particolarmente complesso. Con code e rallentamenti sulla tangenziale e anche verso gli aeroporti. Nella manifestazione prevista oggi a Parigi, dalle 13.30, sono attesi tra i 400 e 600 “disturbatori”. Le autorità temono la presenza di elementi radicali dei gilet gialli e di estrema sinistra.

Per le famiglie, venerdì, giorno della fine delle scuole, sarebbe stato l’inizio delle vacanze, degli spostamenti che spesso riuniscono le famiglie almeno per una volta all’anno. Il 55 per cento degli intervistati in un sondaggio definisce “inaccettabile” che si blocchi il Paese durante le festività di fine anno, ma la prospettiva sembra ora dopo ora farsi più concreta. La settimana scorsa si era parlato di un tavolo con i sindacati, invitati dal premier Edouard Philippe, per la giornata di ieri.

Intanto, la paralisi francese è scossa dalle dimissioni di Jean-Paul Delevoye. L’Alto commissario del governo francese alla riforma pensionistica, artefice del progetto voluto da Emmanuel Macron, il “Monsieur pensioni”, ha detto basta.

L’Eliseo ha fatto sapere che Delevoye sarà sostituito “al più presto”. L’ideatore della riforma ha ammesso di aver “dimenticato” di dichiarare la sua carica di amministratore a titolo gratuito in un istituto legato alle assicurazioni. Ma sull’onda di questa scoperta, è finito sotto i riflettori ed è stato costretto ad ammettere che le “dimenticanze” erano state ben 13, pur se in gran parte senza scopo di lucro. Ha, per giunta, ricoperto la funzione governativa pur essendo presidente di un think-tank sull’educazione.

Aggiornato il 17 dicembre 2019 alle ore 16:10