
Stiamo vivendo in un racconto di Orson Welles, questo è la pandemia di Coronavirus. Nel 2019, un una lontana città della Cina comunista, da un laboratorio scappa un virus. Forse s’è rotta una provetta? Dapprima sembra un fatto lontano. L’Europa, e l’Italia in particolare, sono assillate da una imponente immigrazione, regolare ma per lo più clandestina. La notizia, al più, dà origine a reazioni isteriche dovute a questo fenomeno. Le mamme, in una scuola, spintonano fuori bimbi cinesi. Poi improvvisamente, tra febbraio e marzo del 2020, esplode nel Veneto ed il Lombardia. Girano scene notturne di colonne di automezzi dell’esercito che portano bare lontano da Bergamo, il cui cimitero non è più in grado di raccogliere defunti.
Qualcuno ricorda la peste di Milano narrata da Alessandro Manzoni con Renzo Tramaglino, inseguito, che al sicuro quando giunge proprio a Bergamo, ultima città dello Stato Veneto al confine col ducato di Milano. Dopo una prima insensibilità, le istituzioni dell’Unione europea, concentrate fino allora sulla tragicommedia della Brexit, spinte dal diffondersi dell’epidemia in tutto il Vecchio Continente, innovano le tecniche di bilancio per sostenere le economie degli Stati membri, in affanno per le ripercussioni delle quarantene sulle imprese economiche, molte chiuse a forza o limitate nel lavoro. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dichiara lo stato di pandemia su tutto il Globo terracqueo. Le elezioni negli Stati Uniti d’America vengono indubbiamente influenzate dalla situazione.
Il mondo conosce la più grande recessione dagli anni Trenta del secolo scorso. Si scoprono e mettono in commercio vaccini, ma si manifestano varianti che forse non è detto siano immunizzabili con quei preparati. La Cina comunista, invece, quasi sostiene d’aver vinto l’epidemia. L’Oms, però, lamenta che i suoi osservatori non sono ammessi in quell’Impero. Allora, guarda il caso, le autorità comuniste dichiarano che nella prefettura d’un distretto si sarebbero manifestati nuovi casi e invitano l’Organizzazione a mandare lì i suoi osservatori. Ricorda il finto campo di concentramento per ebrei, munito di tutte le comodità: in pratica un centro vacanze, messo su dai nazisti per accogliere l’ispezione della Croce Rossa Internazionale.
Intanto l’economia cinese non si è fermata ed ha conquistato il primato mondiale, stracciando Nord America ed Europa. I governi europei ed americani hanno penalizzato le attività economiche per frenare e combattere la pandemia, ma si sa quale mancanza di rispetto per la vita abbiano i comunisti cinesi. Trattano gli esseri umani da cani, ma come loro trattano i cani! A loro, di quanti cinesi muoiano, non importa. Anzi. Combattono il sovrappopolamento. Vogliono vincere la guerra batteriologica dopo aver messo sul mercato un “ottimo prodotto”?
Aggiornato il 01 febbraio 2021 alle ore 09:30