Il terrorismo dei numeri inventati

Voglio essere molto sintetico in questo mio sfogo di cittadino indignato.

Non bastava la balla spaziale propalata dal Governo, sulla scorta di una stima lunare del Comitato tecnico-scientifico, delle 151mila terapie intensive impegnate ai primi di giugno. Ora arriva il calcolo dei morti presunti da Covid-19 senza il nostro ridicolo e autodistruttivo lockdown all’amatriciana: 600mila. Avete letto bene.

Il viceministro della Salute, il grillino Pierpaolo Sileri, ha citato un recente studio secondo cui se avessimo permesso al virus di circolare liberamente, così come ha fatto ad esempio la Svezia, un italiano su cento avrebbe perso la vita, sebbene la stessa Svezia registri una mortalità per milione di abitanti più bassa della nostra; 433 contro 555 dell’Italia.

Attualmente, a titolo di cronaca, anziché gli oltre 100mila decessi che il surreale studio di Sileri stimerebbe per il Paese scandinavo in rapporto alla popolazione, nella stessa Svezia si registrano ad oggi 4.717 morti.

Ebbene, io mi domando, il popolo italiano, che continua a bersi la favoletta di un virus bloccato da una assurda carcerazione in casa, quando le riaperture di maggio hanno ampiamente dimostrato sul campo che non c’è stato alcuna paventata recrudescenza, quando inizierà a svegliarsi dal sonno della ragione in cui lo ha fatto precipitare il folle bombardamento terroristico e terrorizzante che ancora sta subendo passivamente? Quando ci si accorgerà che in Italia si muore di molte altre patologie, colpevolmente ancora trascurate, oltre al Covid-19, il quale alcuni studi italiani ed esteri sembrano dimostrare che stia rapidamente evolvendo verso una forma assolutamente benigna?

Infine, quando usciremo da questa incredibile fase di una emergenza sanitaria che tale non è più, ma che viene artatamente tenuta in vita da una insana convergenza di interessi, politici, professionali ed economici, che ha creato un consorzio della paura che ci sta letteralmente trascinando a fondo?

Dopo questa drammatica esperienza non vorrei essere costretto a dare ragione al mio grande e compianto amico Giulio Savelli, il quale spesso mi ripeteva che siamo nati nel Paese sbagliato.

Aggiornato il 11 giugno 2020 alle ore 09:59