Grazie a Gaia un boato di “vaffa”

Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha sostenuto che gli innocenti non vanno in carcere. Tesi bizzarra, in tutto simile a quella secondo cui solo i malati sono destinati a morire. Ma a dispetto della evidente corbelleria del Ministro dell’Ingiustizia forcaiola, in suo aiuto è sceso in campo Marco Travaglio il quale ha rilevato come non ci sia nulla di scandaloso nel fatto che un presunto innocente finisca dietro le sbarre visto che è la stessa legge a prevederlo.

Il seguito immediato è noto. Gaia Tortora, figlia di Enzo e testimone diretta che agli innocenti capita di subire manette e gogna mediatica, ha reagito lanciando un sonoro “vaffa” nei confronti di Travaglio. Ma, accanto a questo seguito, va rilevato per completezza di cronaca che, mentre il “vaffa” di Gaia è stato isolato, la posizione del direttore de Il Fatto ha trovato la piena adesione di quei trentacinquemila che hanno sottoscritto una petizione per far intitolare una strada di Milano a Francesco Saverio Borrelli, lo scomparso capo del mitico pool di “Mani Pulite” a cui i giustizialisti nostrani attribuiscono il merito di aver trasformato la pratica degli innocenti incarcerati in rivoluzione giudiziaria.

A costoro cosa vogliamo dire? Grazie a Gaia, che ha indicato coraggiosamente la strada, uno, dieci, mille, centomila “vaffa”.

Hai visto mai che il boato li faccia rinsavire?

Aggiornato il 28 gennaio 2020 alle ore 10:47