
Non mi stancherò di ripeterlo: l’italicum dev’essere cancellato. I partiti ed i parlamentari che finora l’hanno approvato oppure non vi si sono opposti con la dovuta energia, per convinzione, calcolo, negligenza, passeranno alla storia come gli eunuchi del sultano Renzi. Stanno custodendo l’harem politico ed elettorale del segretario democratico senz’alcuna possibilità di goderne neppure un po’, se non con gli occhi.
Cosa li ha resi così impotenti? Perché paiono felici di evirarsi da soli? Com’è possibile che si autodistruggano? La prima spiegazione sta nel fatto che sono già nelle mani del sultano e, dunque, per sperare nella rielezione, devono mostrarglisi devoti fino al sacrificio della loro stessa persona. La seconda, riguarda lo spirito gregario, che li induce a credere d’essere al sèguito dello spirito dei tempi. Infatti ripetono a pappagallo gli slogan di Renzi: “Il Paese lo richiede”, “Gl’Italiani lo vogliono”, “Si deve sapere chi vince e chi perde”, “Lo impone la stabilità del governo”, “Il mondo corre e dobbiamo correre anche noi”.
Tutte sonore sciocchezze, ovvio. L’italicum è un attentato alla democrazia, perché mette il governo nelle mani di una minoranza troppo minoritaria, ed alla libertà, perche mette nelle mani del governo troppo potere, senza freni e contrappesi. La terza spiegazione concerne un certo “cupio dissolvi” che serpeggia nelle aule parlamentari, che considerano finita la seconda Repubblica. Siamo all’alba della terza, dicono, volgendo lo sguardo al sole nascente. Berlusconi è stato un abbagliante abbaglio, pensano.
Se si è accodato lui, accodiamoci anche noi, sussurrano. Non importa se la legge elettorale e la riforma costituzionale finiscono di stravolgere l’ordinamento politico già deformato dal porcellum. Anzi, ciò che dovrebbe far riflettere anche i più irriflessivi, è proprio la classe parlamentare partorita dal porcellum quella che, suicidandosi, scardina alcuni elementi della democrazia liberale. La classe parlamentare che sarà generata dal porcellino, alias renzino, sarà più autonoma ed indipendente? O sarà più prona e obbediente dell’attuale? I favorevoli al renzino e al monocameralismo elettivo, comunque la pensino politicamente, dovrebbero rendersi conto che nessuno, cui stia davvero a cuore il sistema di governo rappresentativo, può accettare che una minoranza del 30% dell’elettorato (o anche meno!) possa conquistare (“ope legis”!) il 55% dei deputati, metà dei quali forse, di maggioranza e d’opposizione, nominati dai capi partito per vincolo di fedeltà anziché scelti consapevolmente dagli elettori, magari perché infedeli ai capi.
La legge Acerbo di fascistica memoria pose pur’essa le basi della stabilità di governo, con un meccanismo elettorale abbastanza simile. Ma non è un buon esempio. Sentiamo affermare dall’ineffabile Renzi e dall’ancor più ineffabile Boschi, fin troppo consapevoli di mentire, che la legge è perfetta, perché l’elettorato è diviso in collegi nei quali i candidati sono indicati con nome e cognome. E’ vero. Sennonché, il primo della lista è già eletto prima che si voti. E per essere strasicuri che i capi e i loro vassalli del cuore vengano “eletti” matematicamente, hanno stabilito che possano candidarsi in dieci (dieci!) collegi. Non si sa mai. Un’oligarchia che si autoperpetua. E la chiamano elezione, mentre è autocrazia.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:10