Il centrodestra non esiste più. Non esiste in Parlamento, non esiste nel dibattito pubblico, non esiste nella discussione per la scelta del nuovo Presidente della Repubblica. Matteo Renzi e il Partito Democratico hanno tutto il diritto di scegliersi uno del solito giro: non si può certo imputare all’ex sindaco di Firenze e alla sinistra italiana la “colpa” di vincere le elezioni (o di avere una maggioranza in Parlamento) ogni qualvolta c’è da scegliere l’inquilino del Quirinale.
Di più (e di peggio): un centrodestra privo di candidati, privo dei numeri per rendere quei candidati eleggibili è rimasto soprattutto privo di idee. L’unica direttrice su cui l’ex coalizione berlusconiana si muove è quella di un salva-condotto per il suo leader: che sia giudiziario, legislativo a colpi di 3 per cento o che sia un condono tombale per mano del neo-presidente poco importa. Quello di cui praticamente non si discute mai è la prospettiva politica di una scelta che condizionerà i prossimi sette anni: dovrebbe essere l’aspetto principale di questa vicenda ed è invece il solo risvolto che non interessa a nessuno.
Giunti a questo punto, considerato che tutti si sono già espressi sull’inesistenza di veti anche sui nomi (pur strampalati) purché garantiscano quell’accordo, fate una cosa molto semplice: scegliete Romano Prodi, votatelo tutti quanti alla quarta votazione e mandatelo al Colle. Almeno così, una volta per tutte, avremo sancito la totale separazione tra il centrodestra culturale, politico, sociale che vive nel paese reale e quello – popolato da zombie – che ormai esiste soltanto in Parlamento.
(*) Tratto da Rightnation
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:16