
Nel vacuo chiacchiericcio che caratterizza dall’altro ieri i commenti su quanto accaduto a Parigi, un aspetto viene accuratamente taciuto, anche se costituisce l’arrière-pensée di molti se non di tutti: gettiamo in pasto agli islamisti gli ebrei – e soprattutto lo Stato d’Israele – e così si calmeranno un po’.
L’unico – a mia conoscenza – che ha detto abbastanza chiaramente quello che molti pensano è stato il professor Vittorio Emanuele Parsi – uno dei più esperti studiosi di Relazioni internazionali, che insegna all’Università Cattolica di Milano – che è stato il solo – l’altro ieri era alla trasmissione di Mentana – ad affrontare il nodo dell’aiuto dell’intelligence israeliana offerto da Netanyahu alla Francia. Parsi ha detto con calore che no, quell’aiuto andava rifiutato, e che invece si doveva chiedere la collaborazione dell’intelligence libanese!
Ora – al di là della facile ironia sull’efficienza dell’intelligence libanese a confronto di quella israeliana – il significato di questa affermazione è chiaro. Netanyahu con quell’offerta aveva cercato di legare i destini di Israele a quelli dell’Europa, entrambi sotto l’attacco mortale dell’islamismo. Parsi – che è anche un ascoltato consigliere politico – dice no, lasciamo Israele al suo destino, cerchiamo un accordo con altre forze islamiche, per esempio Hezbollah che – come sappiamo – è al governo in Libano e di fatto controlla il Paese. In fondo Hezbollah si rivolge solo contro Israele, ed a noi europei sacrificare Israele in cambio di un aiuto da parte di un gruppo sciita come Hezbollah – legato all’Iran – ci conviene.
Al di là di ogni considerazione morale – che ogni tanto dovrebbe far parte del bagaglio culturale delle classi dirigenti europee, visto che il sangue della Shoah è ancora caldo – questo ragionamento è particolarmente stupido perché non tiene conto di una variabile fondamentale: Israele. Lo Stato d’Israele – che molto probabilmente sarà sottoposto nei prossimi mesi a prove ancora più dure di quelle che ha dovuto superare a partire dalla sua nascita – posto davanti al rischio della sua distruzione e del genocidio del suo popolo – sarà costretto ad usare come ultima risorsa l’arma atomica. È questo che vogliono i governanti europei, lo scatenamento di una guerra atomica?
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:09