I sepolcri imbiancati   e le parole di Casini

Il video non inganna. L'immagine è diretta. I volti parlano da soli. Prendete le due "amazzoni democratiche"(senza la specificazione chissà che putiferio...) che parlano della riforma del Senato che verrà. Sia la ministra Boschi che la presidente Finocchiaro, lo si vedeva d'acchito, dovevano nascondere qualcosa. Ecco il punto: dovere occultare un argomento (l'immunità dei senatori) nascondendolo dietro giri di parole e accampando giustificazioni di vario genere.

Certo, la Finocchiaro inorridiva alla sola pronuncia del termine "immunità", per gli altri non per se stessa. La Boschi ,dal canto suo sempre soave, aggirava soavemente il termine assicurando che non c'era nella prima stesura del Governo. Evvai, col più gradevole dei sorrisi. Entrambe, come si dice dalle nostre parti, giravano intorno al problema - e che problema! - nel timore dell'assalto grillino, nella paura che i pentastellati rubassero loro non tanto la scena quanto lo spazio politico in nome del giustizialismo divampante, la fiamma che da oltre venti anni incenerisce la politica. Nessuna delle due ha avuto la semplice quanto inaudita idea di affermare che l'immunità di deputati e senatori, attuali o futuri che siano, è un preciso dettato costituzionale, una necessità irrinunciabile per la bilancia dei poteri, un punto fermo della più bella Costituzione del mondo (vero Grillo e Casaleggio?). La Costituzione, cioè, voluta Terracini, Saragat, Moro, Nenni, Togliatti, De Gasperi.

Questo dettaglio non è venuto in mente alle due parlamentari sulle cui spalle grava la responsabilità di riformare il Senato e non solo. Poi è apparso Casini. E siccome anche per lui il video è una prova d'esami, diciamo subito che l'ha superata a pieni voti-non elettorali pur sempre efficaci. Bella forza - direte voi - Casini è della vecchia scuola, viene dai sacri lombi democristiani, è un politico di lungo corso. E allora? La sintesi casiniana a tal proposito (leggere l’intervista comparsa su La Stampa) ha riempito un vuoto fatto di ipocrisie, di silenzi strumentali, del classico tirare il sasso e nascondere la mano. Forza Italia non sapeva nulla dell'immunità dei futuri senatori, il Governo pure, il Pd è inorridito al solo evocarla. Intanto Grillo sferruzza sotto il nuovo Palazzo Madama…dei ladri. Complimenti ai novelli riformatori che hanno paura persino di parlare dell'immunità, a parte Casini e forse quel Calderoli che, a quanto pare e senza prova del dna, sarebbe il responsabile della proposta divenuta simile a una "figlia degenere impunita".

Siamo in piena sagra dei sepolcri imbiancati. Che politica nuova sarebbe questa che si fa pavida e tremante di fronte ad una questione che da settanta anni circa è patrimonio della nostra democrazia? Che Governo è questo che si finge bianco come un giglio, negando addirittura di non avere posto il problema dell'immunità? E che tipo di Parlamento nuovo ne verrà fuori con simili presupposti di cinismo istituzionale con la Camera immune e il Senato no? Semmai, dobbiamo aggiungere alle sacrosante riflessioni di Casini, un altro - chiamiamolo così - dettaglio. I padri costituenti avevano inciso nel bronzo una immunità parlamentare diversa, completa e degna di questo nome mettendo al riparo i rappresentanti del popolo da qualsiasi intromissione dei giudici, anche perché era stato istituito il Consiglio Superiore della Magistratura a garanzia della sua autotutela. Il Csm è rimasto intonso nella sua eburnea intoccabilità ma il Parlamento intonso non lo è più. Nel 1993, dopo l'orrendo spettacolo delle monetine contro Craxi, quella immunità fu praticamente cassata, sopravvivendone solo la richiesta per l'arresto.

L'ultimo caso, quello del parlamentare democrat Genovese, è emblematico del procedere cinicamente pavido e istituzionalmente degradato di una maggioranza che si è precipitata a concedere l'arresto come se dovesse scappare senza neppure leggere le carte, andando addirittura oltre le richieste quanto meno discutibili dei giudici. Quest’ultimi, pochi giorni dopo, hanno dato i domiciliari a Genovese. E va bene, lungi da noi l'idea che i rappresentanti del popolo debbano rimanere impuniti, ci mancherebbe. Ma immunità non vuol dire assolutamente impunità. L'immunità, al contrario, ha un solo e vero e profondo significato: garanzia. Per tutti.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:23