
Nel sempre più aggrovigliato ghirigoro della crisi italiana - ma quando mai non c’è la crisi politica da noi? - spiccano ritratti, quasi a tutto tondo, dei protagonisti: del Cavaliere, di Napolitano, di Renzi, di Letta e via via di tutti gli altri. Dentro questi quadri in movimento, quelli del Cavaliere e di Napolitano sono i più ammalianti (politicamente) per l’ampia fascia di pubblico che va da “L’Espresso” a “Chi” passando dal “Corsera”, “La Repubblica”, “Il Giornale”, “Cronaca Vera”, “Il Corriere dell’Umbria”, “Leggo” e, ovviamente, l’ufficio marketing dell’astuto (e bravo) Alan Friedman.
Un vaste programme, per dirla con De Gaulle. In primo piano la storia dei golpe. Quale dei quattro? Boh. Per capirne di più ricapitoliamo le vicissitudini di una larga maggioranza di un Cavaliere che piaceva al 60% degli italiani. Durò poco. Apparvero presto i corvi del malaugurio portatori della peste bubbonica intercettativa, brillavano le mine giudiziarie cu cui cadde l’eroe della ricostruzione abruzzese, e nel Pdl maturavano le risse interne, culminate nell’indimenticabile “mi cacci?”, che segnò la scissione di Fini e sigillò la fine della maggioranza.
L’errore numero uno del Cavaliere: non chiedere a Napolitano le elezioni anticipate ma arrangiarsi con i simpatici Razzi e Scilipoti mentre le urla della Lega contro le pensioni dilaniavano i riformisti del Pdl e lo stesso Tremonti che, scudato da Bossi, imponeva ritmi impossibili di finanziarie milionarie fra gli acuti dello spread e i risolini anti-Cav. Dell’asse franco-tedesco e di Mario Monti salvatore in pectore si sapeva e si scriveva, eccome, mentre le piazze viola e grilline, urlanti a suon di “vaffa”, erano presentate come rivolte da primavera araba (bella fine, quelle primavere...). Finché cadde il Governo in Parlamento: sui conti. E arrivò Monti sondato e poi chiamato dal Colle, benedetto dal coro greco finanziario internazionale, bene accetto dal Cavaliere che gli passò sorridendo, con a fianco Letta(Gianni) il campanellino di Palazzo Chigi, votò il suo Governo con il Pd. Un golpe? Davvero singolare che un “golpato” batta le mani al suo “golpista” con alle spalle l’ombra del Cardinale Richelieu Napolitano… Ma di che stiamo parlando?
Fu l’errore numero due del Cavaliere: di non chiedere il ritorno alle urne, alla voce del popolo. Lo sappiamo bene noi quattro gatti, che ci vedemmo al “Manzoni” di Milano per quella ragione. Frustrata, comme d’habitude… Già nel Pdl s’invocavano le Primarie, si voleva un partito meno Cav-dipendente, e organizzato, capirai! E non si doveva forse ritirare a Villa Gernetto il bene nostro? E Monti non imperversava a destra e a manca col suo loden? Poi venne l’Imu. Il caso Napolitano va inquadrato in un simile contesto. Dove, last but not least, iniziava l’opera delle spericolate talpe delegittimanti del Colle con la leggendaria, e palermitana, trattativa Stato-Mafia, che è la madre di tutte le guerre “ad personam Quirinalis”, oggi ancor più divampanti. Ma ci sono responsabilità anche del Colle, soprattutto nella sottovalutazione o indifferenza delle scarpe chiodate delle toghe, infine piantate sul Cavaliere secondo la versione Esposito, il che significa anche sottovalutazione del comparto giustizia al punto che è stata questa, col sinistro voto suicida in Senato, a sgombrare il terreno dall’eroico ingombro berlusconiano, non la politica.
Poi è venuto Renzi, poi... Purtroppo o per fortuna, di golpi veri, che invece si videro nel ‘92-94, ci sono scarse tracce, anche se se ne fa propaganda nei talk-show, e poco più, perché, poi, il ridicolo e disperato impeachment è finito al macero. Sullo sfondo c’è la non sostenibilità di Letta, che è un numero due, come Bersani. Il numero uno, Renzi, è in stand-by da mo’, scivolando proprio dove non voleva, nei rimpasti, nel pantano delle procedure su riforme che la sua irruenza necessaria e facilona aveva imposto e calendarizzato in pompa magna. Oscillando fra staffetta ed elezioni anticipate (ma che ne dice il Colle, e come si fa?), avanza l’immortale scena dei manzoniani polli di Renzo...
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:24