Nell’epoca digitale, carta e penna restano insostituibili. L’optimum, ovviamente, è far coesistere tutti gli elementi. Questi alcuni spunti che hanno tracciato la linea del Festival “Manuscribere 2023: Celebrare la Scrittura e l’Individualità”, organizzato dall’Associazione grafologica italiana (Agi) in collaborazione con l’Istituto grafologico internazionale Moretti e la Campagna per il diritto alla scrittura e che ha avuto come cornice l’Auditorium di Sala Borsa di Bologna.
Tra i presenti anche Giorgia Filiossi – grafologa dell’età evolutiva e giudiziaria, educatrice del gesto grafico e rieducatrice della scrittura – che in un’intervista a Orizzontiscuola ha detto: “La scrittura riflette tutta la nostra persona e le macchine e gli strumenti digitali possono offrire uno scudo protettivo che erode il nostro diritto all’individualità, spingendoci verso un conformismo impersonale”.
E ancora: “L’apprendimento della scrittura, il suo esercizio e la sua pratica richiedono dedizione, un tempo e un impegno deliberato, uno stare nel qui e ora e una capacità di meta-riflessione sulle proprie azioni: consuetudini che sono diminuite progressivamente negli anni. Non è qualcosa che si apprende spontaneamente, ma richiede un insegnamento specifico, tempo, amore per le cose fatte bene, attenzione. La scrittura a mano ha inoltre una ricaduta cognitiva importante – ha insistito – favorisce l’autoriflessione, poiché scrivere non significa semplicemente copiare un testo ma esprimere i propri pensieri, e richiede pertanto chiarezza mentale”.
Non solo: “La scrittura a mano svolge un ruolo più ampio nella nostra vita rispetto a un semplice compito scolastico. È un mezzo di trasmissione del pensiero, di conservazione e trasmissione della cultura e svolge un ruolo cognitivo significativo, creando connessioni neurali e favorendo il pensiero critico”.
Ai giorni nostri, inevitabilmente, la scrittura a mano appare obsoleta. Giorgia Filiossi, però, ha espresso un punto di vista da non sottovalutare: “Una possibilità, che devo dire applico anche io quando faccio rieducazione della scrittura, è il tentativo di associare la scrittura a piacevoli esperienze sensoriali – ad esempio le carte, i diversi strumenti, i colori, e altro – e di dare ai ragazzi l’opportunità di viverla non come strumento meramente scolastico ma come strumento per sé, come risorsa personale per i propri hobby e interessi. Altro punto che ritengo cruciale e su cui insisto nei corsi di formazione rivolti agli insegnanti – ha aggiunto – è l’indicazione di affrontare la didattica della scrittura sulla base del concetto emergente di Embody Cognition che evidenzia l’importanza del corpo nel processo di apprendimento. Le esperienze senso-motorie, infatti, influenzano in modo significativo le funzioni cognitive di livello superiore”.
L’obiettivo finale è chiaro. La difesa della scrittura manuale è, essenzialmente, la “protezione della libera e sana crescita delle nuove generazioni – ha notato Filiossi – che saranno poi i pensatori e i leader del nostro futuro. Lavorare con i giovani è allo stesso tempo un grande tesoro e una grande responsabilità”.
Aggiornato il 03 ottobre 2023 alle ore 12:48