Correva l’anno 1975. Era il 7 marzo. Usciva in sala Profondo rosso di Dario Argento, un film cult con gli effetti speciali di Carlo Rambaldi, la musica rock progressive che resta in testa dei Goblin. E poi David Hemmings, Daria Nicolodi, Clara Calamai, Glauco Mauri e Gabriele Lavia tra i protagonisti. Sulla pellicola è stato detto e scritto di tutto. Resta il fatto che ancora, a distanza di 49 anni il sangue rosso acceso, i silenzi non fanno perdere all’opera il livello di paura che, nel tempo, ha lasciato e che continua a lasciare.

Il 10 luglio dello scorso anno il film è tornato in sala, restaurato in 4k, grazie al lavoro di Cat People, una nuova casa di distribuzione indipendente. Per l’occasione, come riportato dalla redazione della sezione Spettacolo di Sky, vengono riproposte alcune curiosità dell’opera di Argento. Come il perché della scelta di Calamai. Così il regista: “Il suo personaggio era quello di una ex attrice che si era ritirata dal cinema, come tante altre colleghe della sua generazione alle quali gli uomini che avevano sposato impedivano di continuare la professione. Allora ho pensato di prendere una vera ex attrice, che veramente avesse smesso di fare quel mestiere. Nell’appartamento che lei abita nel film, inserimmo nell’arredamento alcuni portaritratti con foto originali dei film che aveva realmente interpretato”.

E poi: “La villa del bambino urlante è in realtà Villa Scott Scott e si trova in corso Giovanni Lanza 57 in Borgo Po, a Torino. L'abitazione era un centro di recupero gestito da suore. Per poter girare in tranquillità, Argento mandò in vacanza suore e pazienti in un albergo a Rimini, a spese della produzione”. Insomma, il mito resiste. Da qui all’eternità.

Aggiornato il 08 marzo 2024 alle ore 21:01