A proposito di esperti

La società in cui viviamo muta continuamente, soprattutto grazie al progresso tecnologico, e richiede molto spesso risposte rapide per problemi estremamente complessi e di non facile soluzione. Spesso avere una risposta sembra essere un imperativo morale: ci deve essere una risposta e qualcuno nella società deve essere in grado di fornirla. Questa necessità sociale, d’altra parte, si scontra con l’inevitabile finitezza delle conoscenze che riguarda qualsiasi disciplina scientifica. La figura dell’esperto scientifico, emersa negli ultimi decenni e ormai onnipresente nei giornali e nelle televisioni, diventa centrale del dibattito politico, con gli inevitabili vantaggi e svantaggi che tale centralità sociale comporta. Il libro Esperti scientifici e complessità. Il ruolo della competenza nelle società democratiche, a cura di Roberto Gronda, uscito per Pisa University Press, si occupa appunto di tali tematiche, cercando di analizzare il significato e il ruolo dell’expertise scientifico in un quadro filosofico ampio e articolato.

Il tema degli esperti è diventato questione scientifica almeno dagli anni Novanta, grazie agli studi pionieristici di alcuni psicologici, tra cui lo svedese Anders Ericsson, che hanno dedicato la loro carriera ad un’analisi sperimentale e sistematica dei diversi tipi di esperti all’interno della società, provenienti dai settori più disparati: idraulici, medici, poliziotti. Tutti questi studi, peraltro affascinanti e interessanti, non affrontano però l’esperto come figura sociale, e tantomeno riescono ad inquadrare l’esperto in ambito scientifico, che si trova in un ambito più astratto e generale.

Il libro Esperti scientifici e complessità cerca appunto di colmare questa lacuna, raccogliendo in una serie di saggi le posizioni di alcuni dei più autorevoli autori nell’ambito della filosofia della Scienza contemporanea. Il risultato è quello di uno sguardo d’insieme che mostra i problemi filosofici, e sociali, sottesi dall’expertise scientifico. In particolare, mettendo in guardia da un affidamento cieco, o peggio disinformato, a presunti esperti senza credenziali scientifiche, e allo stesso tempo fornendo delle indicazioni per distinguere l’autorevolezza di una fonte e la credibilità di un autore, che si tratti di articoli o di programmi televisivi. La riflessione critica si esercita non soltanto sapendo distinguere un esperto scientifico da un ciarlatano, ma anche rendendosi conto che persino gli esperti possono sbagliare o avere opinioni in contrasto, specialmente se si tratta di temi che sono ancora oggetto di ricerca o in cui le conoscenze non sono ancora state stabilite con certezza.

Durante questa pandemia, come nota Roberto Gronda nella sua introduzione, la società aveva bisogno di risposte immediate a problemi su cui persino gli studiosi più affermati potevano avere dubbi. I tempi della ricerca scientifica, metodologicamente accurata, spesso in questo caso si sono scontrati e hanno dovuto adattarsi, per quanto possibile e in modo inevitabile, ai tempi molto più rapidi della società, non senza creare talvolta confusioni e fraintendimenti. Gli autori del volume – Massimo Negrotti, Marco Mamone Capria, Pierluigi BarrottaGustavo Cevolani, Luca Tambolo, Carlo Martini, Giulia Bistagnino, Eleonora Montuschi e lo stesso Roberto Gronda – assumono da questo punto di vista un approccio dialogico, che fa da ponte tra l’analisi strettamente scientifica e quella sociale, come è da sempre nella tradizione filosofica, cercando di offrire delle risposte, ma anche di fornire degli spunti di riflessione su un problema aperto.

In questo senso non ci sono risposte definitive, ma una riflessione che accresce la nostra consapevolezza e in questo modo ci rende più “competenti”, per riprendere il titolo del libro, nelle nostre decisioni quotidiane e nel distinguere e valutare l’opinione di un esperto.

(*) Esperti scientifici e complessità. Il ruolo della competenza nelle società democratiche, a cura di Roberto Gronda, Pisa University Press (2020).

Aggiornato il 22 aprile 2021 alle ore 12:47