Il famoso dipinto “Guernica” di Pablo Picasso è un clamoroso falso storico. Questa opera ispirata al bombardamento del 26 aprile 1937 dalla Aviazione Tedesca che secondo la storiografia di marca bolscevica (calunnia, calunnia qualcosa resterà) distrusse la cittadina causando 1654 morti e 899 feriti, quasi tutti civili. Questa falsità, spesso riportata come vera in alcuni libri scritti da numerosi camerieri al servizio della propaganda, è stata ampiamente smentita nel 2003 dalla attenta, precisa e documentata ricostruzione nel libro “Los mitos de la Guerra Civil” dello storico, già aderente al partito comunista spagnolo, Pio Moa. Documentazione accettata ed ampliata dal giornalista Rai Stefano Mensurati nel suo libro il “Il bombardamento di Guernica”, edito recentemente. Viene così a cadere il mito della distruzione di una innocua, ridente, pacifica città. Cade così la favola con la realtà.
Guernica era un importante obiettivo militare; sede di due fabbriche d’armi, di un importante snodo ferroviario e di un ponte indispensabile per ripiegare in difesa di Bilbao. Il governo fantoccio repubblicano dell’epoca aveva posto a protezione di Guernica oltre duemila soldati e difesa da un’imponente sistema di batterie contraeree, oltre l’appoggio di numerosi civili armati. L’incursione condotta dalla bombardieri tedeschi della Legione Condor con l’appoggio di alcuni velivoli italiani era mirata a distruggere il ponte di Renteria, sul fiume Oca, per ostacolare il passaggio delle truppe repubblicane. Non esistendo la precisione dei missili attuali (le cosiddette bombe intelligenti), 7 bombe caddero nel centro abitato causando 126 morti ed una trentina di feriti; numeri abissalmente lontani da quelli inventati dalla propaganda comunista.
Il corrispondente di guerra inglese tale George L. Steer scrisse, comodamente lontano dal fronte e precisamente da Bilbao, un lacrimevole racconto di massaie e contadini che venivano trucidati dalle bombe tedesche e da mitragliamenti a volo radente. Purtroppo, nonostante che si seppe che quella cronaca era totalmente falsa, ma era doppiamente utile sia ai rossi che cercavano di distogliere i massacri di migliaia di cittadini e di religiosi non comunisti, sia al governo inglese che doveva convincere la propria opinione pubblica della necessità delle ingenti spese per il riarmo al fine di fronteggiare la ricostruzione del potenziale bellico della Germania di allora. Nel 1937 il governo comunista-repubblicano, per questioni di propaganda, commissionò a Picasso una importante opera per enfatizzare il ricordo dell’incursione tedesca su Guernica. Non avendo tempo o non volendo impiegarsi su questo dipinto di imponenti dimensioni modificò un quadro dipinto molti anni prima. “Lamento en muerte del torero Joselito”. Utilizzò un cavallo sventrato (quello del matador) con opportuna presenza cromatica del sangue, della violenza e della distruzione dandogli il titolo “Guernica” e lo vendette all’allora governo repubblicano per la modica (si fa per dire) cifra di 300mila peseta dell’epoca: qualcosa come un milione degli attuali euro. Nonostante la guerra civile e le sofferenze della popolazione che pativa la fame, Picasso non ebbe alcuno scrupolo ad intascare l’enorme somma. Ieri come oggi, comunisti al caviale.
Da allora il dipinto è diventato l’icona della protesta dell’umanità contro la barbarie, tale da meritarsi addirittura una sala tutta per sé al Metropolitan Museum di New York. Chissà se gli innumerevoli visitatori sfilati in religioso raccoglimento sono ignari o consapevoli di trovarsi davanti ad un evidente falso storico che rese notevolmente ricco il suo autore. Chissà se qualche artista contemporaneo avrà il coraggio di dipingere un dipinto per ricordare i bombardamenti terroristici che distrussero numerose città italiane e tedesche da parte degli alleati, o le bombe atomiche sul Giappone, od il napalm sui villaggi vietnamiti, sull’Iraq o sulla Libia od i massacri dell’Isis; ma sicuramente non si troverà un governo disposto a pagare un milione di euro per acquistarlo.
Aggiornato il 12 novembre 2019 alle ore 12:57