Osservo esterrefatto la notizia datami dall’amico ed editore Francesco Giubilei, riguardante il comune di Corato in provincia di Bari, nel quale una lungimirante e sagace amministrazione, ha promosso, con evidente dispendio di risorse economiche, una vera e propria campagna pubblicitaria per la lotta ai rifiuti. E sin qua sarebbe un agire virtuoso, se non fosse che il creativo della campagna ha scelto di porre sullo stesso piano, per evidenziare il “rifiuto”, un libro cartaceo contrapponendolo con un libro elettronico, o e-book che dir si voglia.
Ora, sebbene non si sia ancora giunti all’incubo di “Fahrenheit 451” descritto da Ray Badbury e poi da Francois Truffaut nell’omonimo film, il messaggio trasmesso dall’amministrazione si rivela a tutti gli effetti pessimo. Si sarebbero potuti utilizzare innumerevoli altri esempi, invece ciò che appare nella comunicazione è: “la carta è un rifiuto, sporca” invece il “digitale” è pulito. Quindi viene colpito, stigmatizzato, sino a farlo apparire “non ecologico” – siamo ancora una volta nella follia del politically correct – non ecosostenibile, non ad “impatto zero”, il libro di carta, dandogli un’aura negativa, assurda e falsificante. Come se invece, un prodotto elettronico dismesso non inquinasse con i suoi metalli pesanti, con l’alto tasso di cromo, vanadio, mercurio e plastiche ben meno “ecocompatibili” di un foglio di carta.
Inoltre, mi preme far sapere agli amministratori e ai creativi della campagna ecologica di Corato, che il libro oggi rappresenta l’unico prodotto industriale dotato di un’anima. Un libro di carta è vivo, profuma, reca i segni del tempo, è “autonomo” perché non necessita di batterie, dotato di una vita lunghissima, e se ben conservato, passa di generazione in generazione. Possiamo dire lo stesso degli e-book? Ne dubito fortemente.
Ci auguriamo che l’amministrazione della bella cittadina pugliese cambi l’immagine che ha, forse involontariamente, avallato e, nella sua giusta battaglia contro lo spreco ed il rifiuto, preferisca rivolgersi all’enorme abuso che facciamo della plastica e di altre ancor peggiori sostanze artificiali, che, quelle sì, avvelenano il mondo.
I libri, soprattutto quelli di carta, salvano le nostre vite e le nostre anime, ricordiamocelo anche pensando ai roghi che vennero fatti in Germania durante il nazismo, alle distruzioni della biblioteca di Alessandria d’Egitto ad opera di fanatici musulmani… Ricordiamocelo, i lanciafiamme sono dietro l’angolo.
Aggiornato il 25 febbraio 2019 alle ore 12:21