Ritorna la rubrica, con cadenza settimanale, con la quale “L’Opinione delle Libertà” dà voce e spazio ai nuovi volti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “La solitudine delle regole” di Giorgio Carnevale (Edizioni Drawup). L’autore è uno psicologo e vive a Roma.
La Storia
Un romanzo profondo e denso di insegnamenti. Una storia commovente dalle tinte conturbanti. Nel microcosmo ossessivo della famiglia Altieri regna un clima di austerità e intransigenza assoluta. Regole inflessibili con le quali si tenta di alimentare un’armonia surreale assolutamente superficiale. Dietro ad un velo pacato si cela infatti un’intima solitudine. Così anche Dario si ritrova intrappolato in questa tela di ordini e moderazione, nella quale si deve muovere fin dalla nascita. Arriva poi però lo strappo della storia, a causa di un incidente che provoca a lo stesso Dario gravi danni a livello psicotico, mettendo così in crisi quei finti equilibri che lo circondavano. Un nucleo famigliare che esiste dunque solo in quanto magma collettivo, una sorta di macchina che tende alla perfezione a costo di portare all’annullamento dell’individuo. Una perdita di identità totale di cui Dario si trova a pagare le conseguenze. I genitori si rivolgono invano ai più grandi esperti in materia. Si arriva così ad una piccola grande rinascita in cui si tentano di sciogliere tutti i nodi e i vincoli costrittivi fin lì presenti. Un’opera dalla forte simbologia in cui poter rintracciare la propria indole emancipata. Giorgio Carnevale è abile a pennellare un quadro tanto frequente quanto infido.
La “Voce” dello Scrittore
“La pendola presente nella bottega rimanda al clima ossessivo in cui si sviluppa la storia. Sono presenti anche tanti orologi che scandiscono il ritmo preimpostato di una vita ordinaria ed eccessivamente regolata”.
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Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:37