La civiltà che perde il suo potere

Il mare fa sognare con i suoi colori, con il suono delle onde che delicatamente toccano terra, con meravigliose tonalità che riflettono la luce. Quanta meraviglia nutre la nostra mente quando ci sediamo in riva al mare a pensare guardando l’orizzonte che ci porta lontano. 

Lontano ci sono paradisi incontaminati in cui la bellezza è sovrana ma lontano ci sono anche altre spiagge in cui esseri umani vivono la brutalità dell’esistenza umana che non riconosce più la dignità, l’amore, il rispetto e la fratellanza. Fratellanza è solo una parola che ci serve per consolarci e farci sentire a posto con la coscienza e non farci sprofondare nella brutale crudeltà del nostro egoismo. Egoismo che ci impone di giustificare 2023 anni (se vogliamo considerare solo quelli d.C.) in cui non siamo stati capaci di far predominare la pace, la concordia, l’equità, la bellezza, la gioia, il garbo.

2023 anni in cui si ripete sempre lo stesso schema vittime e carnefici, ricchi e poveri, giusti e sbagliati e in cui a nulla è servito progredire nelle scienze, nella tecnologia perché l’essere umano è rimasto fermo con “la clava in mano” pronto a mostrare il pugno e non a porgere la mano.

Dittatori, carnefici, leggi economiche che dettano il modus operandi e giustificano ogni tipo di azione in nome della difesa dell’appartenenza. Appartenenza che non coniuga l’appartenenza al genere umano e la difesa di quelle che sono le caratteristiche che lo distinguono dagli animali. Appartenenza al genere umano che dovrebbe spingerci a difendere come beni primari e fondamentali l’amore, il rispetto, la condivisione, lo scambio, la reciprocità, la difesa della parte fragile, della natura, della gioia. Beni primari che ormai sono ritenuti superflui rispetto al dominio del potere economico che detta le regole tra esseri umani sia nell’ambito dei confini nazionali sia in ambito mondiale.

C’è sempre chi ha più potere economico ed è quel potere che detta le regole di chi è padrone e di chi è “suddito”. Non viene contemplato in alcun modo il potere umano di una nazione declinato dalla capacità di salvaguardare i più deboli, di salvaguardare l’ambiente in cui si vive, di promuovere la gentilezza, il rispetto, la condivisione come valori fondamentali per la vita. Se provassimo solo per un attimo a coniugare la fratellanza come fattore fondamentale per garantire la “ricchezza” e la “forza” degli esseri umani tutto assumerebbe un altro valore e si potrebbero immaginare scenari umani migliori rispetto a quelli a cui assistiamo ogni giorno.

Ogni giorno dalle mura domestiche al mare assistiamo ad una carneficina senza fine, esseri umani che, dominati dall’odio, dalla rabbia, dalla crudeltà si feriscono, si umiliano, si ammazzano come fossero animali allo stato brado. La civiltà ha perso il suo potere e ha lasciato il posto al dominio pulsionale che declina la brutalità della natura umana.

L’Essere Umano ha sempre più sete di potere, di denaro, di dominio. Dominio che fa scoppiare le guerre, fa del mare un cimitero, della droga un regno di nessuno e dell’ambiente un secchio della spazzatura.

Siamo drogati dall’illusione del progresso, dalla capacità virtuale che domina ormai la nostra mente, dall’apparente benessere che declina il verbo avere. Avere che declina ormai la nascita e lo sviluppo di una nuova specie che è la specie dell’Avere Umano che predomina sull’Essere Umano.

Essere umano che può tornare a predominare sull’Avere Umano solo ponendo di nuovo al centro della propria vita l’Essere molto e non l’Avere molto. L’Essere molto potrebbe tornare a farci sperare che in ogni spiaggia l’essere umano viva la gioia e non la disperazione. L’Essere Umano potrebbe tornare a sedersi in riva al mare e a godere delle meraviglie e della straordinarietà della vita declinando la parola fratellanza.

(*) Psicoterapeuta

Aggiornato il 28 settembre 2023 alle ore 13:01