Bellanova: “Il Reddito di cittadinanza è un fallimento”

Un totale fallimento. Teresa Bellanova non ha dubbi. Il suo giudizio sul Reddito di cittadinanza è senza se e senza ma. “Un fallimento, anche dal punto di vista della lotta alla povertà”. Secondo la viceministra renziana alle Infrastrutture, “serve un complessivo ripensamento delle politiche del lavoro e sociali, perché è stata fatta una grande confusione su temi che sono molto delicati. Non si può mettere insieme il contrasto alla povertà e le politiche per il lavoro, affrontando tutto con lo stesso strumento”.

Intervistata dalla Stampa, la senatrice di Italia viva ritiene necessaria “un’idea su come contrastare la povertà delle persone incollocabili e capire come puoi aiutare a uscire dalla povertà le persone che possono entrare nel mondo del lavoro. Oggi chi valuta se una persona è occupabile o no? Con il Reddito di cittadinanza si è perso tempo. Non sono partite le politiche attive, l’Anpal è stata nelle mani di uno che di tutto si è occupato meno che di politiche attive”. Al di là “dei furbetti, che non sono secondari, servono politiche attive, patti territoriali per coinvolgere le imprese. Serve uno Stato amico, non uno Stato che elargisce soldi per un periodo”.

Bellanova respinge l’accusa che su queste posizioni Italia viva sia più vicina al centrodestra: “Sono di sinistra quelli che hanno fatto una norma per dire che devi avere almeno dieci anni di residenza in Italia per avere il Reddito di cittadinanza? Io sarò all’antica, ma proprio non riconosco a questi personaggi il diritto di darmi una patente e di collocarmi in un campo che non è il mio. Il mio campo non è la destra”. Secondo la viceministra non servono “maquillage” per il reddito di cittadinanza, ma c’è da fare “una riforma vera. Riforme efficienti per dare risposte alle persone fragili, che devono essere prese in carico dallo Stato. Da persone che hanno competenze”.

Aggiornato il 12 novembre 2021 alle ore 15:41