Il pericoloso moralismo a 5 Stelle

Un moralismo ad usum delphini, pericoloso e inquietante. Oltre che non trasparente. Il partito che grida “onestà onestà” nei comizi di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista con Beppe Grillo nel doppio ruolo di garante e “bravo presentatore”, non si perita di farci conoscere il risultato delle cosiddette parlamentarie né tantomeno di quanti hanno votato on-line.

E questo ormai a tre giorni dalla presentazione ufficiale dei candidati alle elezioni politiche del 4 marzo. In compenso, il sedicente candidato premier Luigi Di Maio fa la Madonna pellegrina di tutti i talk-show, specie de “La7” dove le interviste in ginocchio si sprecano. E domande imbarazzanti se ne se sentono pochine. Nessuno gli ha ancora chiesto conto della clamorosa esclusione del vincitore delle primarie on-line a Torino, tale Marco Corfiati che, a suo dire, sarebbe stato escluso in quanto frequentatore assiduo di siti di incontri per gay, con coloratura a luci rosse. E nella motivazione si legge, lo riporta Paolo Madron in un articolo per Lettera 43, che “frequentava siti di escort per omosessuali”.

Una maniera furbetta per escludere un gay senza farsi accusare di omofobia. In compenso si può parlare di moralismo all’iraniana, quello della famigerata polizia per la repressione del vizio e per la promozione della virtù. E c’è chi pensa che queste assurde discriminazioni siano una sorta di riflesso condizionato in omaggio a Grillo, noto per avere moglie e suocero di origine persiana e militanti pro regime.

Speriamo che qualche sperticato ammiratore di questo partito e qualche assai incauto candidato - che credendo di essere un fiore all’occhiello rischia invece di trasformarsi nella classica foglia di fico - si renda presto conto che nei criteri di esclusione di questo fantomatico regolamento dei grillini si è nel tempo aggiunta la discriminante sessuale, quella moralista e quella complottista che vede nella massoneria il male di ogni zona del mondo. Scrive giustamente Paolo Madron sul sito di Lettera 43 che “se la sola frequentazione di siti porno costituisse un capo d’accusa dirimente, tre quarti della popolazione italiana non sarebbe candidabile”.

Almeno tra i Cinque Stelle. Si comincia escludendo gli inquisiti, anche quelli denunciati ad hoc da specialisti del settore, proprio perché le varie procure siano costrette a inserirli nel registro degli indagati, si continua escludendo gli omosessuali troppo attivi nei siti di incontri gay nonché i massoni e, alla fine, magari in futuro – chissà – anche gli ebrei non saranno più candidabili nel Movimento Cinque Stelle. Tanto l’ostilità anti-israeliana di certo non manca loro. Il passo dall’odio anti-israeliano all’antisemitismo notoriamente è breve.

Aggiornato il 02 febbraio 2018 alle ore 11:08