Sono grossi. Ma vogliono diventare grandi. O meglio, il più grande. Domani – su Dazn in tutto il mondo e in modalità pay-per-view – dalle 18 italiane andrà in scena “Ring of Fire”. Tradotto, serata di combattimento parte del calendario della Riyadh Season. Sul ring gli imbattuti Tyson Fury e Oleksandr Usyk. I due saranno di fronte. In palio la posta più ambita: le cinque cinture mondiali unificate dei pesi massimi di boxe. Sui social, schermaglie a parte, la sfida è già cominciata. Ora non resta che incrociare i guantoni.Tante le sono le domande intorno ai due atleti. Le condizioni, fisiche, di Fury. A cui aggiungere la differenza, di altezza e di peso.
Un incontro non banale. Vista l’attesa. E il fascino del pugilato non può che rimandare ad altri storici “incroci” del passato nella categoria regina della noble art. Scontri che la Gazzetta ha ricordato in maniera puntuale. Da Jack Johnson contro Tommy Burns, a Primo Carnera contro Jack Sharkey, fino al terzo atto tra Muhammad Ali e Joe Frazier in quel di Manila. Dove, come scrive Paolo Marcacci, “Smokin’ Joe aveva visto Ali perdere i sensi, agli antipodi del ring e della loro terza e ultima guerra. Eddie Futch, però, all’angolo di Frazier, aveva visto che Joe non avrebbe potuto mettere a fuoco nient’altro, se si fosse rialzato: “Basta così ragazzo, nessuno dimenticherà ciò che hai fatto stasera”. Lo ritira dal match. L’unico a non condividere è proprio Joe, che vede Ali rialzato a forza al suo angolo, mentre a forza viene trattenuto lui. E se fu sensato, non volle dire che fosse giusto, non del tutto perlomeno”.
Ora è il turno di Fury-Usyk. Oltre lo spettacolo scenico speriamo ci sia qualcosa di più.
Aggiornato il 17 maggio 2024 alle ore 17:02