Ritratti. L’anno di Sven

È una rivelazione che parla di resistenza, del tempo, delle lancette dell’orologio che devono essere rallentate, anche se corrono veloci. Troppo veloci. Sven-Göran Eriksson, 75 anni, dopo una vita tra ritiri e spogliatoi, decide di lasciare perdere la pretattica. L’ex allenatore nato in Svezia a Sunne, che ha in vinto in patria con l’Ifk di Goteborg (più una coppa Uefa), in Portogallo (con il Benfica), in Italia (lo scudetto con la Lazio, le Coppe Italia con i biancocelesti, con la Roma e con la Sampdoria, con gli aquilotti, tra l’altro, mette in bacheca pure una Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea), rivela di avere gravi problemi di salute. E all’emittente svedese Radio P1 racconta: “Tutti hanno capito che non sto bene. Immagino che sia cancro e lo è. Nel migliore dei casi mi resta da vivere un anno, nel peggiore molto meno. Impossibile dirlo con esattezza, meglio non pensarci”.

Una diagnosi che non lascia scampo (“i medici mi hanno detto che non è operabile, mi sto curando, così posso rallentarlo”). Eriksson confessa che resisterà fin quando potrà e farà in modo di restare sempre positivo, per “trarre qualcosa di buono”. E ancora: “Si tenta di ingannare il cervello. Altrimenti è troppo facile soccombere, diventare negativi e rimanere bloccati in casa. Meglio cercare di vedere gli aspetti positivi e non arrendersi nei momenti difficili”.

Non sono in ospedale – dice – conduco una vita normale. Ogni tanto vado a fare una visita. Natale e Capodanno, tutta la mia famiglia era qui. Quando ricevi un messaggio del genere, apprezzi ogni giorno e sei felice quando ti svegli la mattina e ti senti bene. Quindi è quello che sto facendo”.

Aggiornato il 12 gennaio 2024 alle ore 19:45