Ritratti. Tamberi: tra record e vittorie

“Nella mia carriera i record sono sempre stati molto meno importanti delle vittorie. Ho puntato di più al sogno di una medaglia che a un numero”.

Queste le parole di Gianmarco Tamberi, 31 anni, campione olimpico a Tokyo nel salto in alto e medaglia d’oro ai Mondiali di Budapest. In un’intervista a Sette (Corriere della Sera) parla a tutto tondo. Nessun volo pindarico, sia chiaro.

“Mi sento estremamente solo per le pressioni e le aspettative che ho su me stesso. Sentimenti che a volte possono schiacciarti. I familiari, gli amici, il gruppo di lavoro, l’allenatore sono colonne solide”. E non mancano i riti scaramantici: “Dall’Olimpiade di Tokyo li ho messi da parte per trovare la forza nelle cose che contano. I riti sono una debolezza degli sportivi che tentano di ricreare qualcosa che in passato ha funzionato sperando di ottenere un risultato positivo. Ci aggrappiamo a queste cose per paura di affrontare nuove sfide”.

Diverse le curiosità: “Ho un mental coach che mi segue da anni e ho fatto un percorso con una psicologa nutrizionista, sono supporti importanti quando si fa qualcosa così al limite. Sono alto 1,92 e al Mondiale pesavo meno di 74 chili, ero decisamente sottopeso. Voglio dirlo chiaramente, non vorrei che qualcuno copiasse quello faccio io per dimagrire: il mio è un percorso estremo seguito da esperti”. Anche se a gara fatta, e medaglia conquistata, un desiderio c’è: “Le lasagne di nonna Graziella e torno bambino”.

Tra i sogni, uno soprattutto: “Il back-to-back, cosa mai riuscita a nessuno nella mia disciplina: vincere due ori olimpici consecutivi”. E sulla bellezza chiosa: “Io sono sempre stato quello brutto della famiglia. Mio fratello Gianluca nel 2012 ha vinto Mister Italia: io ero quello simpatico, lui quello bello”.

Aggiornato il 06 ottobre 2023 alle ore 18:47