
Lo scorso weekend, durante lo Zurich Summit dello Zurich Film Festival, l‘attrice e produttrice Eline Van der Velden ha presentato al pubblico la nuova futura star di Hollywood: Tilly Norwood. A differenza di tutto il resto della galassia che compone lo star system, Tilly non è fatta di carne e ossa: è, infatti, la prima creazione di Xicoia, uno studio di talenti Ia, spin-off dello studio di produzione di Van der Velden, Particle6. E sono già parecchie le agenzie che vorrebbero rappresentarla.
Intervistata da Diana Lodderhose di Deadline, Eline Van der Velden ha dichiarato: “Quando abbiamo lanciato Tilly, la gente si chiedeva: ‘Cos’è?’, e ora annunceremo quale agenzia la rappresenterà nei prossimi mesi”.
La neonata Tilly già lo scorso luglio, tramite il suo profilo Facebook, aveva annunciato il suo primo ruolo in uno sketch comico che esplorava il futuro dello sviluppo televisivo, con tanto di commento: “Potrei anche essere stata generata dall’intelligenza artificiale, ma in questo momento provo emozioni molto reali. Sono così emozionata per quello che mi aspetta!”.
D’altra parte, l’intento dichiarato da Van der Velder a Broadcast International, è chiaro: “Vogliamo che Tilly diventi la prossima Scarlett Johansson o Natalie Portman”. Per poi aggiungere: “Le persone si stanno rendendo conto che la loro creatività non deve essere limitata da un budget: non ci sono limiti creativi ed è per questo che l’intelligenza artificiale può davvero essere positiva. Si tratta semplicemente di cambiare il punto di vista delle persone. Il pubblico? A loro interessa la storia, non se la star è viva. L’era degli attori sintetici non sta arrivando, è già qui”.
Sarà, ma non sembra vista la mole di reazioni negative arrivate nella giornata di ieri proprio da parte del pubblico. A cui si sono aggiunti anche diversi attori in carne ed ossa. Da Melissa Barrera, che ha commentato con un laconico “che schifo”, all’attrice inglese Emily Blunt la quale, parlando al podcast di Variety in occasione della prima di The Smashing Machine, ha definito il tutto “terrificante, molto molto spaventoso”. Per poi aggiungere: “State scherzando? Quella è fatta con l’Ia? Santo cielo, siamo fritti. Questo fa davvero, davvero paura. Agenzie, ma che vi passa per la testa? Fermatevi. Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana”.
E proprio sull’aspetto umano, lavorativo e sociale, si è concentrata anche Whoopi Goldberg: “Dopo che molti attori umani hanno chiesto il boicottaggio delle agenzie che ingaggiano attori Ia, lo studio sostiene che Tilly non è un sostituto di un essere umano, ma un’opera creativa, e che i personaggi Ia dovrebbero essere giudicati come parte del loro genere, piuttosto che confrontati direttamente con gli attori umani”. Durante il programma The View, l’attrice ha inoltre aggiunto: “Il problema, a mio modesto parere, è che all’improvviso ti trovi di fronte a qualcosa che è stato generato con altri 5.000 attori. Ha l’atteggiamento di Bette Davis, ha le labbra di Humphrey Bogart. E quindi è un vantaggio un po’ sleale. Ma sapete cosa? Forza. Si può sempre distinguere da noi. Ci muoviamo in modo diverso, i nostri volti si muovono in modo diverso, i nostri corpi si muovono in modo diverso”.
Secondo Goldberg, anche se allo stato attuale la tecnologia Ia “non è ancora perfetta”, “fra due o tre anni” si potrebbe raggiungere questo risultato. A quel punto, ha chiosato: “Speriamo di riuscire a resistere, perché questo significa avere l’Ia sul posto di lavoro, non solo nel mio posto di lavoro, ma in ogni settore. Alcuni settori stanno già utilizzando l’Ia. Si dice che le persone siano così sole da non avere una connessione, se si continua così, con l’Ia, non si avrà alcuna connessione con nient’altro che con il proprio telefono”.
In fondo, niente di nuovo sotto il sole. Il film di fantascienza S1m0ne, del 2002, scritto, prodotto e diretto da Andrew Niccol e interpretato da Al Pacino, parlava proprio di questo con più di 20 anni di anticipo.
Aggiornato il 30 settembre 2025 alle ore 15:11