
Il Conclave che decreterà il nome del prossimo pontefice è ormai alle porte, e, accanto alle quotazioni dei vari “papabili”, a far discutere sono alcune singolari vicende che vedono come protagonisti diversi porporati facenti parte il collegio cardinalizio. Del Luis Antonio Tagle “canterino” e fenomeno social si è già ampiamente scritto, ma, a ben vedere, quello del “Francesco asiatico” che intona fieramente Imagine di John Lennon non è certamente l’unico caso, né il più eclatante, assurto in queste ultime ore agli onori della cronaca. Tra questi, vi è sicuramente quello di Angelo Becciu, il porporato sardo autoesclusosi dal Conclave per il “bene della Chiesa” e in segno di “obbedienza alla volontà di Papa Francesco”, sebbene poi lo stesso continui a dichiarare convintamente la propria innocenza, in riferimento alle vicende giudiziarie in cui è stato coinvolto nel recente passato. A convincere definitivamente Becciu a non esercitare il suo dovere di “elettore” sarebbe stata una disposizione siglata con la lettera “F”, mostratagli nelle scorse ore dal segretario di Stato Pietro Parolin, in cui il pontefice ribadiva la sua ferma volontà di tenere il cardinale sardo fuori dal Conclave.
Un’indicazione che, tuttavia, secondo il parere dei legali di Becciu, non era sufficiente sotto il profilo del diritto canonico a evitare che un cardinale potesse esercitare le sue prerogative di elettore. Ma tant’è. Alla fine Angelo Becciu, a quanto pare su esplicito consiglio di alcuni colleghi cardinali a lui molto vicini, ha comunque deciso di farsi da parte per scongiurare il rischio di una spaccatura all’interno del collegio cardinalizio ancor prima dell’inizio dei lavori. Per un Becciu che rinuncia al Conclave, c’è invece un Ouédraogo che fa letteralmente carte false pur di entrarvi. L’Ouédraogo in questione è Philippe, cardinale originario del Burkina Faso, la cui data di nascita sembrerebbe essere avvolta nel mistero. Nell’Annuario Pontificio 2024, il porporato risultava nato il 25 gennaio 1945, ma nella nuova edizione il suo compleanno slitta miracolosamente in avanti di undici mesi, al 31 dicembre dello stesso anno.
A chi gli chiede come tutto ciò sia possibile il cardinale africano risponde semplicemente: “Nel mio villaggio non c’erano né ospedali né scuole. Sono nato a casa e non mi è stata assegnata una data di nascita”. Comunque siano andate le cose in quel lontano villaggio africano, resta il fatto che con questo provvidenziale salto indietro nel tempo Ouédraogo resterà nella lista dei cardinali con diritto di voto fino al prossimo 31 dicembre, giorno in cui il porporato compirà ufficialmente il suo ottantesimo compleanno. Risultato: il cardinale africano, risultando ancora 79enne alla data di inizio del conclave, potrà regolarmente votare per l’elezione del nuovo pontefice. Alle curiose vicissitudini di Philippe Ouédraogo, si aggiungono poi quelle di un altro cardinale, anch’egli non italiano, il quale, a margine di uno dei tanti momenti di incontro non ufficiali precedenti il Conclave, avrebbe consumato l’intero contenuto del minibar nella sua stanza di Casa Santa Marta illudendosi che il tutto fosse gratis. Dopo cena, il porporato in questione, il cui nome per ovvie ragioni non è stato reso noto, si era deciso a invitare in camera sua alcuni colleghi cardinali per discutere di questioni “riservate” davanti a qualche buon digestivo. E fu così che, un bicchiere dopo l’altro, in men che non si dica il frigo bar è già vuoto, e il costo dei liquori successivamente addebitato sul conto del porporato, il quale, a quanto pare, non avrebbe per nulla gradito la spiacevole sorpresa.
Una menzione a parte la merita, poi, il caso dell’arcivescovo emerito di Lima Juan Luis Cipriani Thorne, accusato di pedofilia e già sanzionato da Papa Francesco nel 2019, il quale, vietò al porporato di indossare le insegne cardinalizie, di pronunciare dichiarazioni pubbliche e di partecipare a un Conclave qualora avesse avuto ancora l’età per poterlo fare. Eventualità, quest’ultima, ormai scongiurata, visto che il cardinale peruviano ha già compiuto 81 anni e non potrà entrare in Conclave per superati limiti di età. Purtuttavia, Cipriani ha comunque deciso di sfidare tutti e di presentarsi puntuale a Roma, proprio davanti al collegio cardinalizio, rigorosamente vestito di porpora. Una scelta per nulla apprezzata da molti colleghi cardinali presenti alle congregazioni generali, che ha ulteriormente contribuito ad infiammare il già di per sé teso clima pre-Conclave.
Da ultimo, appare necessario approfondire la questione relativa al numero dei cardinali che entreranno in Conclave a partire dal prossimo 7 maggio. L’articolo 33 della “Romano Pontifici Eligendo” dispone espressamente che il numero massimo di cardinali elettori non debba superare le 120 unità. Senza prevedere deroghe né eccezioni, visto anche il contenuto del successivo articolo, il 34, che recita testualmente: “Dichiariamo nulli e invalidi i loro atti, che in qualunque modo tentassero temerariamente di modificare il sistema o il corpo elettorale”. Eppure, con le nomine fatte da Francesco nel corso del suo pontificato, ben 108, il numero di porporati elettori ammonta oggi a 135, ben 15 in più rispetto a quanto ammesso dalla Costituzione apostolica promulgata il 1 ottobre del 1975 da Paolo VI. La stessa Costituzione aggiunge tuttavia: “Nessun cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione, attiva e passiva, del Sommo Pontefice, a causa o col pretesto di qualunque scomunica, sospensione, interdetto o di altro impedimento ecclesiastico”. Morale: nonostante il numero di porporati che faranno parte del Collegio cardinalizio risulti di gran lunga superiore al limite massimo stabilito, a nessun cardinale potrà essere impedito di votare in Conclave per la scelta del nuovo pontefice, che, pertanto, finirà per essere scelto da un numero di elettori ben più elevato rispetto a quanto consentito dalla stessa Costituzione apostolica.
Aggiornato il 05 maggio 2025 alle ore 10:02