Taccuino Liberale #19

Domani entreranno in vigore le nuove norme del Codice della strada. Alcuni cambiamenti introdotti dalla nuova legge saranno significativi per i conducenti, in quanto sono state emanate norme di comportamento volte a modificare pesantemente la condotta dei veicoli, e cambieranno alcuni sistemi di sanzione per violazioni. Ci sono nuove disposizioni che riguardano i neopatentati, per cui le famiglie dovranno fare i conti con l’acquisto di vetture compatibili con le regole per la guida di chi a partire dal 14 dicembre conseguirà la guida.

Ce n’è per i ciclisti, per chi conduce monopattini, due categorie considerate “utenti deboli” della strada; categorie alle quali le modifiche introdotte dedicano molta attenzione, arrivando ad introdurre possibilità di comportamenti “per socializzare”. Sarà possibile andare in bici in parallelo e non più solo in fila indiana, anche per consentire la socializzazione. Modificate anche le previsioni per i recidivi di guida in stato di ebbrezza che saranno obbligati ad installare l’alcolock sul proprio veicolo.

L’intento del Legislatore è sempre meritorio, l’utopia europea è morti zero sulla strada, ed è indubbio che le cronache di incidenti stradali mortali, dimostrano che morire per strada per colpa di una distrazione o di una imperizia sia assurdo ed ingiustificabile. Però, almeno un però, sui tempi di adozione delle nuove norme e soprattutto sulla comunicazione alla cittadinanza non si può evitare di scriverlo. Anzi, i però, a ben pensare potrebbero essere più d’uno.

Il primo però è la struttura delle nuove norme. Siamo sicuri che la sola repressione sia l’unica strada percorribile quando si adotta un sistema di norme volte a ridurre condotte scorrette e foriere di gravi danni? Siamo sicuri che addossare la responsabilità sempre e solo ‒ di fatto ‒ ad una sola categoria, i conducenti, senza peraltro distinguere tra conducenti di veicoli (autovetture) e di cosiddetti mezzi pesanti, e non considerare un approccio sistemico dell’utilizzo delle infrastrutture stradali coinvolgendo attivamente tutti, dai proprietari delle strade agli utilizzatori sia sempre l’approccio più efficace?

Davvero, non esiste altra forma di disciplina possibile? Perché l’incentivo, che ci dicono e dimostrano le neuroscienze, essere più efficace per la modifica dei comportamenti nel lungo periodo, non viene utilizzato? Perché vince sempre e solo l’approccio dirigistico, statalistico, paternalistico, e mai una forma liberale della responsabilità che renda consapevoli della complessità della guida nel terzo millennio, con un sistema di incentivi e premi per chi guida bene?

Del resto, non dimentichiamolo, l’intervento normativo più efficace che portò al dimezzamento dei morti, passando da oltre 8000 l’anno nei primi anni 2000 ai 3039 nell’anno 2023, fu la riforma del Codice della strada voluta dal ministro Pietro Lunardi, che introdusse il sistema della patente a punti. Tale sistema è fondato, anche sulla importante misura che prevede un sistema di premialità che forse è la migliore novità pensata per ottenere una significativa modifica dei comportamenti nel lungo periodo.

Quel ricevere due punti in più, ogni due anni, o tornare al pieno se dopo una sanzione si rimane ligi per un biennio, è la più forte forma di deterrenza (per le persone perbene, ça va sans dire) a trasgredire, ed anche ripetutamente per non perdere quel tesoretto che garantisce la patente a lungo. Non sortì analoga fortuna in termini di capacità di immediata riduzione dei morti, l’introduzione, nel 2016, della fattispecie penale del reato di omicidio stradale.

Si è quindi colta l’occasione per introdurre una giusta e necessaria forma di inasprimento a deterrenza dei comportamenti più pericolosi, ma si è persa l’occasione per provare a fare qualcosa di più ambizioso, di strategicamente rilevante, per ottenere la vera modifica delle abitudini e dei comportamenti dei conducenti. Si è introdotto l’acolock per i recidivi di guida in stato di ebbrezza, ma nulla si è fatto per evitare che chi non ha la patente si metta alla guida di veicoli (reato depenalizzato dal Governo Renzi, dal 6 febbraio 2016 infatti costituisce illecito amministrativo. Resta invece sanzionata penalmente la guida senza patente solo in caso di recidiva/reiterazione nel biennio).

Solo la futura rilevazione dei dati ci dirà se la strada percorsa è effettivamente la migliore per raggiungere gli obiettivi prefissati dal legislatore, al momento il trade off tra meno autovelox e più sanzioni non si può dire se e come indurrà la condotta su strada da parte dei suoi utenti.

Però, quando si apportano tali significative modifiche, è necessario sottolineare che andrebbe svolta una importante campagna di comunicazione per spiegare a tutti le nuove regole. Andrebbero coinvolti attivamente tutti gli utenti della strada, e invece la norma è stata approvata nella distrazione generale di un autunno preso dalla crisi economica, dalla manovra di bilancio sempre più complicata per via di vincoli di spesa difficili da scardinare, sulla crisi dell’automotive e le dimissioni di Carlos Tavares, mentre da domani sulle strade sarà più complicato guidare con la certezza di rispettare tutte le regole sulla base di quanto appreso in occasione del conseguimento della patente, e nemmeno tutti gli addetti ai lavori possono ritenersi indenni dal rischio di sanzioni per condotte ritenute in modo molto diverso rispetto al giorno prima.

Alzi la mano il lettore che ha già compreso appieno tutto ciò che viene concesso ai ciclisti in prossimità di un incrocio con pista ciclabile, o che sappia cosa sia la sospensione breve della patente, e come viene comminata in relazione ai punti che ha (quanti punti hai lettore, lo sai?) o che sappia dove comprare, come far installare e quando, un alcolock. Alzi ancora la mano chi sa qual è la nuova disciplina per la guida dei monopattini e cosa si dovrà avere da domani per essere in regola e rispettare le norme introdotte dalla legge numero 177 del 2024. Nell’era della comunicazione e dei post per ogni cosa, da parte dei rappresentanti del governo, una seria campagna informativa sarebbe stata alquanto opportuna. Invece, si sceglie sempre la scorciatoia della sola repressione e della tassazione.

Non ci si aspettavano cose meravigliose, bastava far intercorrere un adeguato lasso di tempo, nel quale fornire tutta l’informazione necessaria per una guida più consapevole, e provare a fare la differenza, almeno per una volta. (Una imponente campagna di comunicazione fu attivata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti quando fu introdotto il sistema della patente a punti, e si sarebbe potuto, dovuto farlo anche questa volta).

Guidate con più prudenza del dovuto, quindi, perché da domani non v’è certezza che sappiate come ci si deve comportare su strada.

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Aggiornato il 13 dicembre 2024 alle ore 12:49