La Giornata nazionale del formatore secondo il senatore Roberto Marti

Il 25 giugno scorso la Commissione Istruzione del Senato ha incardinato il disegno di legge che prevede l’istituzione della Giornata nazionale del formatore. In una società sempre meno preparata, dove il “6 politico” di matrice sessantottina ha generato i suoi disastrosi frutti, la formazione è diventata non solo necessaria, ma decisamente vitale per risollevare il livello culturale e le competenze dei cittadini. Infatti, soltanto con una formazione di qualità si potrà costruire quel bagaglio di conoscenze e competenze adeguati per le sfide attuali e future. Più elevata sarà l’offerta della formazione e maggiore sarà la professionalità e la crescita individuale e di conseguenza diventa necessario dare un giusto riconoscimento a coloro tramite i quali viene esercitata la formazione, ossia i docenti e i formatori in generale. Da questa considerazione è sorta l’idea di istituire da parte dell’attuale governo una Giornata nazionale del formatore, che dovrebbe corrispondere al 14 settembre, proprio in prossimità dell’inizio dell’anno scolastico. Pertanto, il senatore della Lega Roberto Marti, primo firmatario del succitato disegno di legge, nonché presidente della Commissione Istruzione del Senato, interviene rispondendo a una serie di domande sul tema in oggetto.

Perché è stata proposta l’istituzione della Giornata nazionale del formatore?

Ho ritenuto indispensabile presentare questa proposta affinché il Paese abbia, annualmente, l’opportunità di dedicare una giornata a riconoscere e valorizzare la figura del formatore in tutti gli ambiti professionali. Questi professionisti svolgono un ruolo chiave nell’educazione di base e in quella continua, nello sviluppo di competenze in ambito lavorativo ed è importante restituire al loro ruolo il meritato lustro.

In cosa consisterà la Giornata nazionale del formatore?

Sarà una occasione che lo Stato, le regioni, le province e i comuni potranno sfruttare, nell’ambito della loro autonomia e delle rispettive competenze, per organizzare iniziative specifiche, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri e momenti comuni volti ad accrescere la consapevolezza del ruolo fondamentale dei formatori. Le associazioni interessate potranno avere un ruolo di rilievo per sollecitare e coordinare questi eventi affinché ci sia un ritorno effettivo sulla intera collettività.  Ovviamente anche le scuole di ogni ordine e grado potranno scegliere di utilizzare questa giornata per rinsaldare il rapporto docente discente e far riflettere i nostri ragazzi sull’importanza di avere dei maestri di vita prima ancora che di ciascuna disciplina di studio.

Quale sarà l’iter legislativo di approvazione di questo disegno di legge?

Mi auguro vivamente che questa proposta possa incontrare il favore della totalità dei componenti della commissione perché è evidente che l’importanza della formazione stia a cuore a tutti noi senza distinzione di partiti politici. Così potremo approvare il provvedimento in tempi brevissimi in Senato e confidare che anche alla Camera l’iter sia ugualmente rapido in modo da poter festeggiare insieme la prima giornata nazionale del formatore già a settembre 2025.

Quali sono i progetti governativi per lo sviluppo della formazione in Italia?

Questo Governo ha riportato la scuola, l’università e la ricerca al centro dell’agenda politica del Paese. Abbiamo già varato provvedimenti che intendono restituire ai docenti la dignità di un lavoro che è il più importante del mondo: dal rinnovo e dall’adeguamento del contratto di lavoro alle misure di tutela per scongiurare ogni altra aggressione da parte di studenti e familiari che ritengono di poter minare l’autorevolezza degli insegnanti. Ma abbiamo anche inciso sugli ordinamenti offrendo un nuovo modello di scuola più vicino alle reali esigenze del mondo del lavoro, penso ad esempio all’istituzione della filiera tecnologico professionale.

In che stato si trova il livello di formazione in Italia rispetto agli altri paesi europei?

Il nostro Paese vanta una tradizione millenaria riconosciuta anche oltre i confini europei. I ranking delle migliori università del mondo lo confermano. Certo, siamo consapevoli che ci siano molti fattori su cui c’è grande margine di miglioramento ma, grazie ai fondi Pnrr e agli investimenti garantiti dai ministeri stiamo colmando anche il divario rispetto alle infrastrutture a disposizione degli studenti, per esempio.

Quale futuro vede per la formazione in rapporto con il progressivo sviluppo dell’Intelligenza artificiale?

L’Intelligenza artificiale sta rivoluzionando non solo la nostra vita quotidiana, ma anche il nostro modo di pensare, di lavorare e di apprendere. Può migliorare l’esperienza formativa grazie ad algoritmi specifici. Tuttavia l’implementazione dell’Intelligenza artificiale necessita di una combinazione di algoritmi basati su machine learning, deep learning ed elaborazione del linguaggio naturale. L’obiettivo di ogni tecnologia è sempre quello di introdurre miglioramenti, senza sacrificare la qualità. Questo è esattamente ciò che l’Intelligenza artificiale farà per la formazione: accelerare il processo di apprendimento eliminando i vari ostacoli minori, senza sacrificare la qualità dell’esperienza formativa. E proprio questo è il timore più grande: che possa essere compromessa la qualità della formazione. Confido però che saremo ben in grado di governare il fenomeno anche grazie alla regolamentazione di cui l’Italia si sta dotando con grande anticipo rispetto ai colleghi europei.

Non si può non evidenziare quanto sia fondamentale per l’Italia dimostrare di essere all’avanguardia dal punto di vista culturale, proprio per declinare nel modo più fattivo il suo grande e storico patrimonio umanistico, riconosciuto a livello mondiale.

Homines dum docent discunt (da Epistulae ad Lucilium di Seneca)

Aggiornato il 28 giugno 2024 alle ore 13:33