Medicina a Km 0

Questa settimana Medicina a Km 0 ospita la dottoressa Alessandra Scarabello, dermatologa, responsabile del servizio di dermatologia dell’Istituto nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. La dottoressa vanta una ampia e importante attività di ricerca sia nazionale che internazionale, lunga assistenza ed esperienza sulle terapie più innovative in dermatologia, e conduce attività clinico-scientifica su malattie dermatologiche rare, vulnologia (cura delle lesioni cutanee) e rigenerazione cutanea.

Con la dottoressa Scarabello abbiamo parlato di Herpes Zoster (dal greco herpetón, serpente e zoster, cintura), un virus che si manifesta con eruzioni vescicolari molto dolorose che avvolgono e stringono il tronco o gli arti inferiori come se fosse una cintura.

Questo virus, comunemente conosciuto come “Fuoco di Sant’Antonio”, è causato dalla riattivazione del virus della varicella in uno dei nervi sensitivi spinali o cranici del sistema nervoso periferico. Il virus compare anche a distanza di molti anni fra coloro che hanno avuto la malattia in precedenza.

Prevenire l’Herpes Zoster con la vaccinazione è fondamentale, perché il virus comporta, oltre alle vescicole pruriginose che possono durare circa un mese, anche dolori che possono durare mesi o addirittura anni. Al momento il vaccino è raccomandato e gratuito per le persone sopra i 65 anni e per i soggetti fragili, ha un’efficacia superiore al 95 per cento e conferisce protezione a lungo termine. La vaccinazione antivaricella, obbligatoria per i nati dal 2017, previene l’infezione del virus varicella-zoster e, conseguentemente, previene anche la successiva insorgenza di Herpes Zoster. La protezione anticorpale del vaccino varicella-zoster dell’infanzia per chi l’ha fatto, va comunque diminuendo al di sotto del livello protettivo con l’età adulta avanzata e quindi si diventa vulnerabili: pertanto la vaccinazione sarà comunque da considerare anche per i soggetti in età avanzata che hanno ricevuto il vaccino da bambini.

Gli anziani sono particolarmente a rischio, perché con l’avanzare dell’età il sistema immunitario si indebolisce. Questa malattia può lasciare nevralgia post-erpetica che può riattivarsi all’improvviso e durare alcuni mesi, estendersi per anni o addirittura per tutta la vita. In ogni caso, può essere una malattia piuttosto debilitante.

Nell’attivazione di questa malattia, il vaccino del Covid-19 è in qualche modo coinvolto per qualche caso, come spiega la dottoressa Scarabello nel video all’interno dell’articolo.

Aggiornato il 15 maggio 2024 alle ore 11:56