“Le donne sono impazienti”, è stata la frase folgorante del neo presidente della Consulta, Augusto Barbera, che subito ha calamitato le polemiche del club delle impazienti, appunto. È che dal 1948 ha proceduto in avanti su carretti sbilenchi che le hanno rallentate nel sentiero sterrato che porta alla prima meta: l’applicazione dell’articolo 3 della Carta costituzionale, a cui avevano messo mano, all’alba della Repubblica, 21 donne ferrigne.
È stata una guerra di sfondamento senza tregua, a causa delle pietre d’inciampo delle leggi che non c’erano o erano declinate a sfavore della componente sociale e professionale femminile. Pensiamo a Rosa Oliva. Poi il fiume impetuoso si è diviso in mille rivoli e le battaglie che avevano federato sono diventate focolai sparsi. Una volta si tuonava: “Il personale è politico”. Oggi il nuovo ordine che proviene per lo più dalle scuderie dello sfolgorante capannello dello spettacolo sembra essere “nudo è politico”, con la scarnificazione di ogni simbologia. Questo potrebbe essere il messaggio in filigrana della seta degli abiti succinti di Elodie. Sulla carta patinata e sul video del tiggì, la cantante romana lanciata nello star system dal programma Amici non fa mancare le sue apparizioni, che sono fuorionda dalla realtà che vivono le sue sodali di sesso.
Le sue sono acerbe rivendicazioni, strigliate contro puritani benpensanti che già da un po’ hanno abbassato la cresta, mettendosi a remare contro la risacca del liberismo. Il loro posto ora non è più il centro dell’orbita, ma l’argine, la fine di un dominio. Elodie forse sa che si è scoperchiato il vaso di Pandora e la tempesta dei mali sta funestando chi ancora deglutisce imbarazzato dinanzi al nudo, e gioca su questo cambio d’abito del pensiero. Ha condito di enfasi frizzante le dichiarazioni a proposito del suo corpo strumento di libertà. E ora proprio non ha digerito l’appunto di Gino Paoli sul Corriere della Sera: il navigato cantante ha dato una strigliata alle cantanti dell’oggi che per la riuscita dei propri spettacoli puntano tutte le fiches sulla messa in mostra del corpo. La figlioccia di Maria De Filippi si è sentita tanto pizzicata che non ci ha messo tempo a rintuzzare il mittente della critica.
Un tempo lo scalpore del nudo sarebbe stato rivoluzionario davvero; oggi sfilarsi il reggiseno ha perso il fuoco di potenza per scardinare tabù ed è un rattrappimento nell’edonismo. Una ragazza con qualche chilo in più utilizzerebbe la stessa arma di Elodie? Un’anoressica che non si spoglia nemmeno davanti allo specchio e che considera il suo armamentario di ossa un ingombro assaggerebbe la stessa libertà? Il “gentil sesso” era un tempo una massa compatta, oggi tutte sono fuori dai recinti e fronteggiano battaglie autonome condensate dall’individualismo. Il personale è la persona, singola, unica. È la donna ancora debole che soccombe dinanzi al monopolio maschile del lavoro o che fatica a svincolarsi dal compagno violento. Chiediamoci se il maschio sappia interpretare come scatto di rivalsa un seno al vento o se non lo veda semplicemente come una lusinga alla sua libido. La sessualità è un terreno sdrucciolevole e denudarsi non comporta specularmente la spoliazione del nemico maschio. Ci vuole ben altro per fargli lo scalpo.
Aggiornato il 19 dicembre 2023 alle ore 13:11