Le ragioni del dubbio

Le mille sentenze che si stanno diffondendo in tema di cambiamento climatico e, in particolare, sulla sua causa antropica, sembrano lasciare poco spazio alla razionalità scientifica. I sostenitori della tesi maggioritaria, secondo cui il Global warming (Gw) è causato dall’uomo, non hanno dubbi e vantano solo certezze mentre i critici, spudoratamente definiti “negazionisti”, avanzano perplessità di vario ordine ma non sempre ben argomentate. Di fatto, viene così a mancare quasi del tutto una posizione critica intermedia, fra dogmatici e scettici, che potremmo definire cartesiana, ricordando le profonde ragioni metodologiche del dubbio sostenute dal filosofo francese.

Va innanzitutto evitata una troppo facile analogia di cui, proprio grazie alla furbesca introduzione del termine “negazionismo”, fanno un disinvolto uso i dogmatici del Gw come effetto dell’azione umana. Costoro puntano il dito sugli scettici, ponendoli in analogia ai “negazionisti” nella pandemia da Coronavirus. Chi la pensa così non supererebbe l’esame di Metodologia della Scienza, poiché mostra di non capire la solenne differenza che c’è fra l’affidabilità statistica dei risultati che si ottennero negli anni 2020-2022 in dozzine di laboratori scientifici di tutto il mondo e il “grado di persuasività” che la tesi sull’origine antropica del Gw possiede. In breve: la spiegazione dell’infezione dovuta al Coronavirus era un’ipotesi che è poi stata confermata sperimentalmente, come deve avvenire in ogni ricerca scientifica. La spiegazione del Gw assomiglia piuttosto a una tesi e, come tale, può solo essere “dimostrata”, a partire dall’ipotesi sugli effetti della Co2 sul ritorno delle radiazioni solari, potendo unicamente contare sulla persuasività argomentativa che riesce a offrire, senza che possiamo in alcun modo testare in laboratorio l’affidabilità delle sue conclusioni.

In linea generale, dobbiamo riconoscere che nessuna spiegazione scientifica è vera in assoluto e, dunque, possiamo mantenere alto il livello del dubbio anche se, di fronte a test statistici multipli, avanzare dubbi sulla spiegazione ufficiale circa il virus Covid-19 sarebbe quanto meno azzardato. Al contrario, in merito alla spiegazione dominante del Gw, è del tutto lecito e, anzi, opportuno perché una tesi, mancando delle prove sperimentali, è più che mai aperta a mille possibili obiezioni.

È allora interessante, e forse urgente, porci alcune domande dalla cui risposta potrebbe dipendere l’opportuno allontanamento pubblico sia dal dogmatismo sia dallo scetticismo più ostinati. A questo proposito è un peccato che nei programmi dei mass media manchi una discussione fra scienziati che la pensano in modo diverso o addirittura opposto, mentre una presentazione chiara e professionale, e non sterilmente aggressiva come avviene nei talk-show, contribuirebbe certamente a una valutazione pubblica più razionale.

LA CAUSA DEL GW È O NON È L’ATTIVITÀ SOLARE?

Da cosa derivi la certezza che l’attività solare sia estranea al Gw non è dato sapere. Forse essa proviene dalla sicurezza dilagante circa la causa antropica e, quindi, da un dogmatismo radicale che, come un paraocchi, impedisce di esplorare qualsiasi alternativa. In un mio articolo su Technology Review di qualche anno fa suggerivo, magari ingenuamente, una soluzione quasi-sperimentale, semplice sotto il profilo del metodo anche se non immediata dal punto di vista tecnico. Si tratterebbe di misurare l’andamento differenziale della temperatura sulla superficie della Luna e su quella dei satelliti artificiali extra-atmosferici: essa sta aumentando anche là oppure no? Da una risposta rigorosa a questa domanda, dipenderebbe evidentemente anche la credibilità della tesi antropica.

LE CAUSE DELLE FLUTTUAZIONI TERMICHE DEL PASSATO SONO SCOMPARSE?

La tesi dei dogmatici sottolinea che, sì, i cambiamenti climatici sono sempre esistiti ma, questa volta, sono più frequenti, manifestando così una tendenza inusitata, come se per il Sole vigesse una regola intrinseca, costante ed eterna. Ma chi dà a costoro la certezza che il Sole, per quanto riguarda le radiazioni, abbia un comportamento stabile e, di conseguenza, ogni mutamento termico sulla Terra non possa che essere addebitabile a essa e, in particolare, all’azione umana? In effetti, è come pensare che le cause delle fluttuazioni avvenute in passato, e quasi certamente attribuibili al Sole, siano oggi del tutto sparite e totalmente sostituite dagli effetti della sola Co2. Ma ciò è credibile?

L’ATTIVITÀ UMANA GENERA CO2 IN ECCESSO E CAUSA IL GW?

Pure su questo i dogmatici non hanno dubbi, anche se, a conti fatti, sulla Terra la Co2 è lo 0,04 del totale dei gas complessivi e si stima che la parte di origine antropica sia il 3 per cento dello 0,04, ossia lo 0,0012 per cento. Non si ha notizia, a questo riguardo, di alcuna spiegazione razionalmente accettabile circa la dinamica fisico-chimica che una percentuale come quella sopra citata sarebbe in grado di scatenare. Insistere dogmaticamente su questa idea, inoltre, fa perdere di vista altre possibili cause o concause: a parità di Co2, quali altri possibili fenomeni terrestri, umani o fisici, sono significativamente correlati con l’aumento attuale (hockey stick) della temperatura?

L’INCLINAZIONE DELL’ASSE TERRESTRE È CAUSA O EFFETTO?

Fra gli effetti del Gw vi sarebbe persino il cambiamento dell’inclinazione dell’asse terrestre che, fino a oggi, si sapeva dipendere dalla forza di gravitazione e da quella centrifuga. Sarebbe interessante, e urgente, che qualche scienziato ci descrivesse i calcoli effettuati per stabilire in che misura gli spostamenti delle masse atmosferiche siano stati in grado di generare il fenomeno. Chiarendo, inoltre, se ciò sia già, magari ciclicamente, accaduto in passato, oppure no, con quali effetti sull’inclinazione in esame e quindi sul clima terrestre.

CONCLUSIONE: L’UNIVERSO NON È “A MISURA D’UOMO”

Per noi, la “normalità” è una specie di parola d’ordine che descrive le condizioni nelle quali siamo abituati a vivere e che comprensibilmente, ma senza ragione, pensiamo durature, senza scadenza. Il Sole è là, la Luna è lì, noi siamo qui e viviamo giorno per giorno affaccendati nelle nostre cose, contando sul fatto che dopo l’estate venga l’autunno, dopo una pioggia venga il bel tempo e così via. Ma l’universo e, in particolare, il sistema solare in cui siamo collocati, non conosce “normalità”, nel senso che la sua evoluzione nel tempo è del tutto autonoma, largamente imprevedibile e non ha alcun obbligo nei nostri riguardi. L’aumento di Co2 nell’atmosfera fuori dalla “norma” può certamente generare un innalzamento, proporzionale, della temperatura sulla superficie terrestre ma lo stesso effetto può derivare, persino con maggiore potenza, da fenomeni solari, noti e ignoti, anche minuscoli rispetto alla massa del Sole, se essi raggiungono la Terra.

L’immagine (vedi qui, foto pubblicata su Medicina Online) mi pare decisamente eloquente per intuire come la nostra esistenza sia dipesa, fin dall’inizio, da una probabilità tremendamente esigua che, purtroppo non è scritto da nessuna parte, debba prolungarsi in eterno. La Co2 ha responsabilità? Può darsi, ma la partita si sta sicuramente giocando su più tavoli, sui quali abbiamo un controllo praticamente nullo.

Aggiornato il 26 luglio 2023 alle ore 09:33