The Spectator è una storica testata giornalistica inglese, che sta per compiere 200 anni, cosa che la rende il settimanale più antico del mondo. Nicholas Farrell è un suo autorevole giornalista e ha pubblicato proprio il 20 febbraio un articolo sull’Italia nel quale, fra l’altro, afferma: “Mentre la maggior parte dei paesi europei, in particolare la Gran Bretagna, sta allentando le sue restrizioni Covid, l’Italia questa settimana le ha rese ancora più dure, anche se i dati dimostrano che sono inutili. Forse l’Italia è il Paese che ha il regime di passaporto dei vaccini – chiamato Green pass – più draconiano d’Europa. Ad ogni modo, la psicosi di massa acceca i suoi politici e le persone dal vedere la verità”.

“È giunto il momento che anche affermazioni false sui Green pass vengano sfatate. La giustificazione per introdurre il Green pass italiano lo scorso agosto era che avrebbe aumentato l’utilizzo del vaccino, creato spazi sicuri per i vaccinati e quindi ridotto i casi di Covid, i ricoveri e i decessi. Non è avvenuta nessuna di queste cose. Invece il regime è diventato progressivamente sempre più drastico. I non vaccinati sono stati banditi da quasi tutti gli spazi pubblici e persino dal lavoro. “Il Green pass non è stato in realtà altro che un esercizio di inutile tirannia. Naturalmente, né il non eletto Draghi né nessun altro nella sua coalizione interpartitica ammetterà mai che quello che strombazzano come il loro risultato più orgoglioso è un fallimento. Né lo faranno i media nazionali, che hanno accompagnato così supinamente la linea del governo e nemmeno gli stessi italiani, tre quarti dei quali sostiene il Green pass nei sondaggi. Hanno tutti troppa faccia da perdere ormai”.

Adesso, non è che noi affidiamo a degli inglesi, seppur autorevoli, il giudizio sulle nostre cose interne, ma nemmeno possiamo far finta di nulla se qualche volta riconosciamo, in uno scritto che ci arriva sotto gli occhi, il nostro pensiero. Prima di fare le dovute considerazioni, però, dobbiamo rendere una premessa obbligata: chi scrive non è un No vax e ha fatto la sua brava terza dose già dal 17 dicembre scorso, cosa che gli garantisce un bel Super green pass. Nessun interesse personale, quindi, ma l’operato attuale del governo e di chi ne parla, specialmente nei seguitissimi talk show in tivù, merita più di qualche obiezione.

1) Si dice che chi non si vaccina è un disobbediente perché, giuste o sbagliate, le regole vanno sempre rispettate! È così? Certo! Quando ci sono! Ma la vaccinazione non è obbligatoria, anche se è fortemente indotta. Quindi non è corretto affermare che chi non si vaccina non rispetta le regole. Se si vuole sostenere questo, si deve spingere il governo a rendere la vaccinazione obbligatoria (e a prendersene le relative responsabilità, capite?) Riguardo alla salute, invece, chi non si vaccina lo fa a suo rischio e pericolo, esattamente come chi si vaccina (nessuno ci garantisce che non se ne subiranno effetti avversi nel lungo periodo).

2) Che danno producono agli altri i No vax? Non potendo contagiare i vaccinati che, come si è sempre detto, dovrebbero essere al sicuro proprio in quanto vaccinati, il danno prodotto dai No vax finora è stato quello di saturare le terapie intensive, rischiando di togliere il posto ad altri. Oggi quest’eventualità pare superata, i posti ci sono e il finirci da No vax diventa solo un danno economico per la comunità. Benissimo, allora stabiliamo – ultima ratio – che se i No vax finiscono in terapia intensiva causa Covid sarà loro addebitato personalmente il relativo costo: operazione eventualmente discutibilissima e anticostituzionale, ma sempre migliore che toglier loro a priori (cioè prima che si ammalino) lavoro e stipendio.

3) I danni della sospensione dal lavoro non colpiscono solo i lavoratori sospesi, ma un po’ tutti! Una persona sospesa dal lavoro senza paga non produce i contributi che servono oggi per pagare le pensioni di tutti, lascia inoltre un vuoto nel suo posto di lavoro che dovrà essere colmato da qualcun altro, quindi fa un danno anche al datore di lavoro e in generale all’economia del Paese, che si ritrova con numero dei lavoratori attivi e produzione ridotti, proprio ora che dovremmo invece lavorare tutti al massimo per la ripresa.

4) Il Green pass è utile? Forse lo è stato, ma le emergenze prima o poi finiscono e questa ostinazione a prolungarlo nel tempo (c’è chi ne minaccia l’uso addirittura per dopo settembre) secondo noi tradisce sotto sotto la presenza di altre motivazioni. È un sospetto per ora, ma sempre più diffuso. Questo strumento distrugge l’economia, oggi più che mai bisognosa di rafforzarsi, anche in seguito alla situazione ucraina che avrà comunque serie conseguenze. Il Green pass va inoltre abolito subito: come ha detto il professor Crisanti, tenere blindate le persone ora che sono protette col vaccino è un danno perché l’effetto del vaccino scema dopo qualche mese, e togliere il Green pass troppo tardi significa liberare la gente quando non è più protetta ed è più facile che si ammali seriamente, quindi ci sarebbe il rischio di ricominciare tutto da capo. Prendere il virus durante la copertura del vaccino infatti è altrettanto facile ma molto più sicuro, perché il vaccino attivo rende la malattia solo un raffreddore o un’influenza. Questa affermazione crediamo sia confermata dall’andamento dei positivi di oggi, sempre numeroso ma con conseguenze meno gravi di prima.

5) Chi non si vaccina è davvero pericoloso per la comunità? A questo punto diremmo di no, se oltre il 90 per cento della popolazione è vaccinata. Casomai è pericoloso per se stesso, ma in questo caso rimandiamo al punto precedente.

6) L’informazione che ci viene dai media è corretta? Non ne siamo sicuri e almeno in un caso diremmo di no: quello del numero dei morti. Noi lo pensavamo fin dall’inizio ma solo recentemente a qualcuno è venuto in mente di chiedersi pubblicamente se i morti giornalieri dichiarati fossero morti per il Covid o con il Covid. Poi, stranamente, questa considerazione è rientrata e si è ricominciato a parlare solo di numero dei morti, facendo credere che siano tutti morti per il Covid. Eppure è sufficiente guardare i dati dell’Istat, se non bastasse il semplice buonsenso, per ricordare che si moriva anche in passato, prima dell’arrivo di questa epidemia. Qualsiasi altro calcolo è fuorviante e quindi apre il sospetto che venga dato per qualche motivo oscuro. E veniamo alla domanda più importante:

7) A chi giova tutto ciò? Chi ha interesse nel mantenere in giro il terrore anche adesso che il morbo assomiglia sempre di più a una brutta influenza? Forse chi ha trovato dei vantaggi nella situazione prima e adesso non vuole vederli terminare?

Abbiamo una sola speranza: che la situazione, continuando a migliorare, farà sì che chi ci governa non avrà più scuse per perpetrare quest’ignominia tutta e solo italiana del Green pass, e si decida a ritirare le barriere. Purtroppo però, temiamo che il governo, di scuse, non troverà nemmeno quelle che dovrebbe fare a tutti noi per gli innumerevoli sbagli commessi.

Aggiornato il 23 febbraio 2022 alle ore 11:26