Minori sottratti, basta con l’ideologia

È diventato drammaticamente virale un video in cui un addetto delle forze dell’Ordine e due assistenti sociali effettuano l’allontanamento di un minore di otto anni. Straziante, angoscioso, inguardabile. Il ragazzino è aggrappato alla madre e urla implorando, menando le mani, in preda a un tremendo attacco di ansia e di panico: “Via, vai via”. Gli stanno per togliere la sua mamma e tutta la sua famiglia. Non è un incosciente, ha l’età delicatissima dell’identificazione parentale, dell’attaccamento consapevole. Non capisce, non accetta, si ribella con tutte le forze.

Più in là il nonno accusa pesantemente l’operato, mentre la madre avvolta dal figlio non lo vuole lasciare. “Signora, dobbiamo eseguire”, ripete energico l’agente che si qualifica della Questura e il quale alla fine ricorre alla forza con l’intervento di altri agenti. Significa che il ragazzino è strappato e bloccato da tante mani. L’assistente sociale, foglio in mano, osserva gelida e impietosa. Il motivo dell’allontanamento? A quanto pare, l’indigenza della famiglia italiana che di questi tempi non arriva a fine mese. Con tutti i sussidi, i bonus e le politiche sociali si porta via un figlio a questo modo a genitori italiani senza lavoro? Riferiamo il caso con tutte le cautele del caso, trattandosi di materiale web, tuttavia possiamo affermare che l’episodio non è diverso da tanti altri. Secondo i dati ufficiali sono stati 12.338 i minori allontanati da gennaio 2018 e gennaio 2019 e 160mila i bambini tolti alle famiglie in vent’anni. Poco si sa di loro, sia delle ragioni degli allontanamenti, sia dell’esito dei medesimi e le tragedie silenziose sono all’ordine del giorno. Che fine fanno questi bambini sottratti e come si risolvono questi casi?

Dovrebbe essere “vietatissimo” dividere un minore, allontanarlo dalla famiglia di origine e parentale, con punibilità gravi e severe per chi esegue questi scempi. È una domanda corale, ma la legge manca del tutto. Esiste la legge che regolamenta gli allontanamenti, ma non una legge che li vieta. Una legge necessaria tanto più dopo gli scandalosi casi di Bibbiano di figli strappati per lucro e per il business delle adozioni e in vista del Ddl Zan, che apre a sconcertanti scenari con le mani legate, poiché sarà difficile opporsi a eventuali decisioni sotto la scure dei reati d’odio omofobo. Nessun bambino dovrebbe essere allontanato, soprattutto se manifesta disaccordo, dolore e rifiuto. E poi, per affidarlo a una coppia gay? Chi lo ha deciso e chi dice che sia sano? I danni di questi micidiali interventi sono incancellabile e i minori finiscono sotto dosi di psicofarmaci, di terapie massicce. Inoltre, spesso le “case famiglia” e le strutture d’accoglienza non sono la soluzione ideale visto che non mancano casi di abusi, fughe disperate e violenze.

La sottrazione del minore è disposta dall’Autorità giudiziaria e, in termini di legge, è il risultato di un processo di valutazione, multidisciplinare e collegiale operato nell’interesse del piccolo. Ma sappiamo bene che proprio questo meccanismo è l’anello debole, controverso e ambiguo e non mancano casi di speculazioni e di interessi illegali. Se il collocamento in una struttura costa circa 100 euro al giorno perché la somma non viene utilizzata per finanziare altre forme di intervento? Per esempio i “tutor”, che possono affiancare madri e famiglie; “i sostegni in casa” anche h24 e le “baby sitter d’emergenza”, personale specializzato che può e deve intervenire all’interno del nucleo per tutelare il minore.

Una famiglia anche la più fragile va affiancata, non cancellata. E il bambino dovrebbe sempre seguire la madre, anche se essa è segnata, perché il diritto del bambino è quello di avere i genitori e non di esserne privato. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte condannato l’Italia per le modalità con cui sono sottratti i bambini nel nostro Paese. Un cambiamento urgente comporta il ribaltamento di un paradigma ideologico che ha segnato a lungo la psicologia del fanciullo e la sociologia famigliare a favore di politiche non estremiste, moderate e consone a una società sana e giusta.

Gli eccessi della sinistra sono arrivati al Ddl Zan, con cui si profila lo stravolgimento della famiglia tradizionale con le adottabilità gay e con l’utero in affitto, per cui è ora che questa materia esca dal “monopolio comunista” del pensiero omologato. È ora che il centrodestra si applichi non solo per dare battaglia, ma per promuovere una complessiva riforma delle norme a tutela di famiglie, coppie biologiche e figli naturali. Ha ragione Viktor Mihály Orbán, l’uomo forte ungherese che ha varato una severissima legge sulla “tutela dei bambini” che vieta la diffusione di contenuti omosessuali e combatte la pedofilia. E fa bene Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e della destra europea, a insistere su questi temi con rigore. È più grave appoggiare questa sinistra spregiudicata e arrampicata su idee sovversive che schierarsi con chi difende la vita.

Aggiornato il 30 giugno 2021 alle ore 13:25