Abruzzofobia

Uno, due, tre: stella. Ai bambini invidiamo la fantasia. Ma anche la libertà con cui cambiano i nomi e le regole dei loro giochi. Al punto che ci proviamo anche noi, che non abbiamo la stessa spontaneità e ci crediamo maturi e furbissimi. Così abbiamo trovato il modo di inventarci la Nuova Ipocrisia dopo aver trascorso anni a puntare il dito contro la falsità. Quella che non ci appartiene, naturalmente.

Istruzioni: si sceglie un argomento su cui il nostro obiettivo è debole o distratto, lo si accusa di aver offeso o semplicemente non adorato qualcosa che si fa assurgere a valore assoluto, infine lo si perseguita senza sentire ragioni. Gennaro Ivan Gattuso è solo un esempio. I tifosi del Tottenham non lo hanno mai perdonato dopo che dieci anni fa prese per il collo l’allora viceallenatore degli Spurs, Joe Jordan. Ma il sistema mediatico su questo sorvola, meglio puntare sullo sdegno, vero o presunto, di qualcuno scandalizzato dalle sue dichiarazioni contro il matrimonio religioso omosessuale. Dunque, è omofobo e non può allenare una grande squadra.

È ovvio che motivi di rivalità sarebbero stati troppo banali. Invece l’omofobia, in cui incorre chiunque non incensi i principi variabili dei nuovi saggi, è uno dei passepartout più efficaci. In teoria, in casi come questo, l’argomentazione è difficile da sostenere, dal momento che i tifosi stravedono per tutto quello che riguarda la loro squadra, non certo per i gusti matrimoniali di Ringhio. Ma si gioca con la complicità di un’informazione divenuta ridicola, che spasima per scoop da pianerottolo (omofobo è modaiolo, rissoso, nel calcio, è il quotidiano). E allora si ha gioco facile nell’aizzare il leggiucchiatore contro la nostra vittima.

Sulla base di questo principio si può inventare qualsiasi cosa. Un esempio: colpiamo uno che non ci piace dopo aver scoperto che va al mare ovunque, ma mai in Abruzzo. Dodici ore di volo fino a Bali, ma non due ore di macchina fino a Ortona. È un abruzzofobo, dunque! Discrimina un mare e, cercando bene, forse scopriremo che snobba gli arrosticini, che non ha mai scalato un metro di Gran Sasso e non si è nemmeno sposato per evitare di offrire confetti di Sulmona. Qualcuno crede che sia difficile tessere una trappola simile? Nel dubbio, una fetta di mortadella di Campotosto, portatela sempre con voi. Non si sa mai, un controllo…

Aggiornato il 21 giugno 2021 alle ore 11:52