Dottoressa Anna Lupi, lei è stata candidata dal sindacato autonomo Libersind Confsal alla elezione del consigliere del Cda della Rai espresso dai lavoratori. Perché?
Il perché è chiaro: il prossimo Cda della Rai sarà come sempre nominato dai partiti. Come se non bastasse la politica tende a radicalizzare, sotto forma di scontro di schieramento, anche l’elezione del consigliere espresso dai lavoratori che invece, almeno quello, dovrebbe rappresentare una figura indipendente a tutela della Rai servizio pubblico, bene di tutti i cittadini e di coloro i quali vi lavorano. A testimonianza di questo scontro sta il fatto che, a parte i due colleghi di Torino e di Milano che non conosco, assistiamo, dopo tre anni di vuoto pneumatico, alla ricandidatura di Laganà il quale, durante il suo mandato, ha stretto un sodalizio forte con la consigliera Borioni in quota Partito Democratico e oggi è supportato anche dal sindacato di sinistra dei giornalisti Usigrai mentre, dall’altra parte, assistiamo alla candidatura di Tosini quale espressione della Lega Nord e del centrodestra. La mia è una candidatura al servizio dei colleghi e non dei partiti sia chiaro. Per questo chiedo di votarmi a tutti i lavoratori, nessuno escluso, specie a quelli che sono stufi di vedere la nostra Azienda permeata dalla lottizzazione politica a tutti i livelli.
Cosa intende fare una volta eletta nel Cda della Rai?
Nel Cda si può fare molto e il consigliere eletto dai lavoratori può essere il tradizionale ago della bilancia di fronte a decisioni che hanno ricadute pesanti in termini editoriali e organizzativi. In primis c’è da spiegare bene ai nuovi consiglieri, che non conoscono la Rai e che arriveranno con i soliti pregiudizi sull’Azienda baraccone, la delicatezza, la complessità e la bellezza della nostra realtà aziendale in tutte le sue articolazioni, dai Centri di Produzione, alle Sedi regionali, alla Radiofonia, alle Strutture di supporto amministrativo. Poi bisogna spingere convintamente per il rilancio produttivo ma senza la vuota retorica elettorale a cui assistiamo in questi giorni, bensì con cognizione di causa e conoscenza professionale dei processi di acquisto editoriale che oggi tendono a connotare la Rai più come una Holding che come una reale forza produttiva di contenuti. Oltre all’informazione, il Servizio pubblico radiotelevisivo può e deve ritornare ad essere centrale nella produzione di programmi di approfondimento culturale, di programmi di intrattenimento e di fiction, per i cittadini utenti. Può e deve farlo attraverso la piena occupazione produttiva delle sue maestranze e le tante professionalità interne, per sdoganarsi dallo strapotere delle case di produzione e per riappropriarsi del ruolo di Azienda leader che le compete. Infine, ma non certo per importanza, c’è l’impegno affinché vengano poste a bilancio cifre opportune per i rinnovi contrattuali dei lavoratori. Nonostante l’ultima riforma sulla Governance Rai, le poste di bilancio, che vengono impegnate dalla novazione contrattuale, esulano dalla delega dell’Amministratore delegato e sono di competenza del Cda, quindi, è in questo frangente che il consigliere eletto dai lavoratori può e deve intervenire con determinazione.
Cosa vuol dire ai colleghi della Rai che leggeranno questa intervista?
A loro voglio fare un appello accorato: alle precedenti elezioni ha votato il 54 per cento degli aventi diritto; ciò significa che il 46 per cento dei dipendenti Rai nel suo complesso non ha ritenuto di dover votare nella scorsa tornata elettorale. Questo è comprensibile, perché allora si sono ritrovati davanti 15 candidati. Oggi la situazione è ben diversa e, una così scarsa affluenza, sarebbe interpretata, da chi mira a conquistare la Rai, come disimpegno da parte dei lavoratori verso i loro stessi interessi. Li esorto a partecipare, perché è l’occasione per affermare un loro libero diritto attraverso il voto. A tutti i lavoratori dico di riflettere bene su quanto ho detto. Sono certa che vi troveranno buonsenso e vi si riconosceranno pienamente. Per questo, chiedo di sostenermi con il loro voto affinché, davvero e liberamente, attraverso me, possano avere voce in capitolo nel Consiglio di amministrazione della nostra Azienda.
Aggiornato il 18 maggio 2021 alle ore 09:35