Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham: sono loro i club fondatori della Super League. Tra le altre cose, è previsto che altri tre club aderiranno come club fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare “non appena possibile”. È una vera e propria spaccatura nel mondo del calcio, con la disapprovazione di Fifa e Uefa. Nel frattempo, la banca americana Jp Morgan ha riferito che finanzierà la Superlega europea: “Posso confermare che stiamo finanziando l’operazione”, ha detto un portavoce londinese della banca all’Afp (Agence France-Presse). Il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund, club tedeschi presenti nel Consiglio di Amministrazione della European club association (Eca), si sono espressi in maniera contraria all’idea di creare una Super League. Così come il Paris Saint-Germain. Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, intanto si è dimesso anche dall’esecutivo della Uefa. La società piemontese, inoltre, ha annunciato di essere già uscita dall’Eca.
La Super League
La Super League è “una nuova competizione europea tra 20 club che comprendono 15 club fondatori e 5 qualificati annualmente. Ci saranno due gironi composti da 10 squadre ciascuno, che giocheranno sia in casa che in trasferta”. Dopo la fase a gironi, “otto squadre si qualificheranno per un torneo ad eliminazione diretta, giocando in casa ed in trasferta fino alla finale a gara secca della Super League”. Le partite si disputeranno a metà settimana “e tutti i club continueranno a giocare nei loro campionati nazionali”. Infine, i contributi di solidarietà “cresceranno in linea con i ricavi della lega e si prevede che superino i 10 miliardi di euro durante il corso del periodo iniziale di impegno dei club. Questi contributi di solidarietà seguiranno un nuovo modello di regolare rendicontazione pubblica in piena trasparenza”.
Juventus, Inter e Milan nella Super League
Juventus, Inter e Milan faranno parte della Super League. “I club fondatori – si legge sul portale dei bianconeri – continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali e, fino all’avvio effettivo della Super League, la Juventus ritiene di partecipare alle competizioni europee alle quali ha titolo di accedere. I club fondatori desiderano attuare il progetto Super League in accordo con Fifa e Uefa, tenendo in considerazione gli interessi degli altri stakeholder che fanno parte dell’ecosistema calcistico. Al contempo, onde assicurare il buon esito del progetto e così darvi pronta esecuzione, la società costituita per la Super League potrebbe anche agire in via giudiziale al fine di tutelare i propri diritti. La Super League – è precisato – sarà infatti organizzata e gestita da un’apposita società partecipata da ciascun club in egual misura. L’accordo prevede, pertanto, l’impegno di ciascun club a sottoscrivere una quota del capitale sociale della società, con un investimento iniziale di 2 milioni di euro incrementabili, ove necessario, fino a ulteriori 8 milioni di euro. All’avvio effettivo della Super League ed a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, in base all’accordo è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo di importo netto indicativamente pari a euro 3,5 miliardi, che verrà erogato in un’unica soluzione; questa somma – è notato – che sarà ripartita tra i club fondatori secondo percentuali da definire in base al numero definitivo di club fondatori, sarà resa disponibile attraverso adeguati strumenti di finanziamento sottoscritti da primarie istituzioni finanziarie internazionali”. Con una postilla: “Tuttavia, la società non può al momento assicurare che il progetto sarà effettivamente realizzato né prevedere in modo preciso la relativa tempistica. La società non dispone quindi allo stato di tutti gli elementi necessari al fine di svolgere valutazioni di dettaglio sull’impatto che la Super League potrà avere sulle sue condizioni e performance finanziarie ed economiche”.
La posizione della Fifa
Una bocciatura è arrivata anche dall’Associazione internazionale del calcio, la Fifa, che ha detto di essere “a favore della solidarietà del calcio e di un modello equo di ridistribuzione della ricchezza che possa aiutare la crescita del calcio come sport, particolarmente a livello globale: la crescita del calcio a livello mondiale è la missione primaria della Fifa. Nella nostra visione, secondo i nostri statuti, ogni competizione – nazionale, regionale o globale – deve sempre riflettere i principi chiave di solidarietà, inclusività, integrità e equa ridistribuzione finanziaria. I governi del calcio – ha proseguito – dovrebbero impiegare ogni mezzo, legale, sportivo e diplomatico, per assicurarsi che i principi rimangano quelli. La Fifa sostiene l’unità del mondo del calcio e richiama tutte le parti coinvolte in questa accesa discussione ad un dialogo calmo, costruttivo ed equilibrato per il bene del gioco, nello spirito della solidarietà e del fair play. La Fifa farà ovviamente tutto il necessario per contribuire ad andare avanti con armonia, nell’interesse generale del calcio”.
Aggiornato il 19 aprile 2021 alle ore 12:50