
Leonardo da Velletri scrive alla rubrica L’Opinione risponde ([email protected]) perché dovrà fare degli impianti dentali. Avendo una edentulia dell’arcata superiore, dovuta ad un brutto incidente automobilistico, il dentista gli ha consigliato la tecnica all-on-4 per riabilitare protesicamente l’intera arcata. Il lettore vorrebbe avere più notizie riguardo questa soluzione per il suo futuro sorriso. A tal proposito, abbiamo richiesto la consulenza del dottor Mario D’Aleo, medico chirurgo specializzato in odontostomatologia che scrive: “all-on-4” rappresenta una tecnica innovativa in campo odontoiatrico, in grado di restituire al paziente edentulo un’ottima funzionalità masticatoria e un risultato estetico soddisfacente. In tempi brevi e con riduzione dei costi economici e biologici.
Non esistono limiti di età per poter essere sottoposti a tale tipo di riabilitazione orale qualora le condizioni di salute siano buone. La tecnica operatoria consiste nel posizionamento chirurgico di quattro impianti endossei in zone strategiche della mandibola (Arcata inferiore) e della mascella (Arcata superiore). Questo in caso di riabilitazione completa delle due arcate dentare edentule in una sola seduta operatoria. Utilizzando il codificato protocollo del “carico immediato” è possibile riabilitare in una sola seduta entrambe le arcate dentarie. Il provvisorio fisso viene ancorato agli impianti mediante avvitamento dopo 2-3 ore dall’inserimento degli impianti medesimi. Comunque non oltre le 24 ore. Il protocollo chirurgico è minimamente invasivo. Ad oggi avvalendosi anche della chirurgia computer assistita il dolore ed il fastidio post operatori sono in pratica assenti. Tale metodica, duratura nel tempo, incide rapidamente nel miglioramento della vita sociale e di relazione dei soggetti trattati. Un protocollo chirurgico rapido, semplice ed indolore evita al paziente complesse ed indaginose tecniche di ricostruzione volumetrica ossea (prelievi ed innesti). Ciò comporta una notevole diminuzione dei costi economici e biologici. Prima di iniziare il trattamento implanto-protesico occorre selezionare i pazienti mediante un’accurata anamnesi clinica. Fondamentale è la valutazione radiografia tridimensionale mediante Tac dentascan o combine. Questa ci fornisce preziose informazioni riguardo alla quantità ed alla qualità del l’osso presente e potenzialmente fruibile nel corso dell’atto operatorio. Per effettuare la chirurgia implantare è sufficiente l’anestesia locale. Nel caso di pazienti molto ansiosi la “sedazione cosciente” rappresenta un’alternativa semplice ed estremamente efficace. Il dolore e il fastidio post intervento sono minimi. Spesso assenti.
Di solito compaiono il giorno dopo l’intervento e hanno la durata di 2-3 giorni al massimo. Lo specialista prescriverà la terapia adatta al singolo paziente. Solitamente a base di Fans ed antidolorifici. Come già anticipato il provvisorio fisso verrà ancorato mediante avvitamento agli impianti appena inseriti dopo 3-4 ore. Comunque entro le 24 ore. Dopo 4-6 mesi verrà sostituito dalla protesi fissa definitiva ancorata mediante avvitamento. Le controindicazioni sono rappresentate da gravi patologie sistemiche e locali. In tali casi dovranno essere i medici specialisti che hanno in cura il paziente a dirimere la questione. Ed a valutare la possibilità di intervenire o meno senza rischi. Ricordiamo i disordini del sistema immunitario ed ematologico. I pazienti in cura con bifosfonati e quelli sottoposti a radioterapia.
Il fumo (ed a maggior ragione il tabagismo cronico), il diabete (soprattutto se non adeguatamente compensato), ed il bruxismo non sono considerati controindicazioni assolute al trattamento, ma rappresentano rilevanti “fattori di rischio” nella predicibilità della durata a medio-lungo termine. Tra i fattori di rischio più rilevanti citiamo la scarsa igiene orale domiciliare, spesso causa di infezione e perdita di uno o più impianti (Perimplantite batterica). A tal proposito è doveroso sottolineare che il successo a lungo termine di tale trattamento riabilitativo dipende da:
1) Controlli periodici e regolari presso lo specialista di fiducia.
2) Corretta e quotidiana igiene orale domiciliare.
3) Sedute periodiche e regolari di igiene orale professionale. I colluttori maggiormente indicati sono quelli a basse di clorexidina a media-bassa concentrazione. Utile ausilio ad una corretta ed accurata igiene quotidiana. La tecnica implanto-protesica da noi esposta è attuabile e predicibile anche nel caso di atrofie ossee molto gravi ed in presenza di qualità ossea non ideale. In tal caso si rende però necessario l’inserimento di un numero maggiore di impianti a livello di entrambe le arcate da riabilitare. L’arcata superiore (mascella) edentula presenta più spesso rispetto alla mandibola un osso spugnoso e morbido. Questo tipo di qualità ossea non garantisce supporto e stabilità adeguati agli impianti inseriti compromettendone il risultato e la durata. In tali casi è consigliabile l’inserimento di “impianti zigomatici” di supporto. Tali impianti si ancorano all’osso compatto della regione zigomatica aumentando in misura considerevole la predicibilità della durata della riabilitazione effettuata.
Aggiornato il 01 settembre 2020 alle ore 12:39