Quali sono le icone femminili di stile uniche e intramontabili da imitare sempre? Perché alcune donne riescono a dettare regole sul modo di indossare un cappotto o di sfoggiare un nuovo taglio di capelli o semplicemente sui colori del trucco autunnale, e ci colpiscono tanto da spingerci ad imitarle? Dalle regine alle rockstar, dalle attrici alle sportive, è davvero una sfida a colpi di outfit oppure alcune di queste donne hanno voluto dettare delle regole di proposito? Infine, lo hanno fatto con eleganza e stile innato o hanno semplicemente anticipato delle tendenze dettandone di nuove? La verità sta nel mezzo. Parecchie di queste icone si sono erette a muse contemporanee e ancora oggi molti stilisti continuano ad ispirarsi ad esse rielaborando gli abiti e disegnando così una donna al passo con i tempi ma legata al buon gusto, alla bellezza senza tempo, all’eleganza e alla sobrietà. Ne vorrei descrivere alcune evidenziando di volta in volta un abito che hanno indossato e passato poi alla storia. Proverò a rivisitare con un mio disegno l’abito, cercando però di rimanere fedele all’originale... Iniziamo con la Principessa Diana!
L’Asta di Lady Diana
Parlare della Principessa Diana è impegnativo. Ci vorrebbe l’ambiente di un castello della campagna inglese mentre si sorseggia un buon bicchiere di vino, per raccontare questa storia. E una giornata di autunno carica di malinconia. Ci vorrebbe il suono in sottofondo di una voce lontana e il rumore del vento. E l’eco del battito di un cuore pieno di dolore. Invece a raccontarla è sempre lei, perché solo il suo cuore conosce la profondità dell'amore e del dolore che le sono rimasti dentro... Questa storia la possiamo rivedere ogni volta che guardiamo le sue immagini attraverso i suoi occhi chiari, il suo sorriso semplice e disarmante, perché le cose vissute col cuore non hanno mai fine. Il mondo intero porta dentro le piaghe del cuore di Lady D. e lì resteranno per sempre. In attesa. Vorrei però raccontare una curiosità della sua vita, legata ad un abito. Venticinque anni fa, precisamente nel mese di giugno del 1994, Lady Diana si presentò al party presso la Serpentine Gallery indossando un vestito che ha fatto la storia. Un abito nero della stilista Christina Stambolian con una scollatura vertiginosa. Fu proprio quella mise a segnare per tutti le vicende sentimentali della Principessa. Ricordiamo che poco prima il Principe Carlo aveva rilasciato una lunga intervista in cui ammetteva il tradimento con Camilla Parker Bowles. Ed ecco allora che tutti lessero in quel vestito la risposta che Diana a tutti voleva dare. Una donna nuova, bellissima, alla moda, sensuale e soprattutto sicura della forte carica della sua immagine. Era ormai dalla metà degli anni ottanta che i fotografi ed i giornalisti la seguivano ovunque poiché avevano in un certo senso presagito la proporzione del fenomeno legato al suo aspetto e alla sua personalità. L’attenzione del mondo era anche concentrata sui suoi abiti che facevano tendenza. Era divenuta un’icona patinata alla stregua di una star, pertanto lei stessa si rese conto che poteva usare questo potere per sposare cause nobilissime non solo nel mondo dell’arte ma soprattutto nella tutela della salute e del benessere dell’umanità. Dopo il divorzio e la perdita del titolo reale, con un nuovo stile e un nuovo modo di essere, diede ad un’asta di New York alcuni dei suoi abiti, per raccogliere fondi al fine di promuovere cause importanti. Lei stessa dichiarò in quell’occasione: “Gli abiti non sono essenziali per il mio lavoro come nel passato”. Divenne un’icona per tutto il pianeta, venne definita “Regina di cuori”, aveva sempre un sorriso o una parola giusta per tutti. Il fotografo reale Tim Graham dichiarò che “lei era unica, questo era certo. Non credo che per il resto della mia carriera potrò fotografare qualcuno che abbia sviluppato una personalità così poderosa”.
Il turbante di Greta Garbo
John Gilbert definì Greta Garbo “una donna meravigliosa, la creatura più seducente che sia mai esistita”. Effettivamente tutti possiamo concordare: la figura altera e sofisticata della Garbo richiama alla mente il fascino struggente della “femme fatale”, la diva per antonomasia, dallo sguardo profondo e incancellabile. Mentre la “flapper girl” degli anni Venti ballava di notte, la signora degli anni Trenta, alla sera, si vestiva esclusivamente in lungo. Gli abiti erano prevalentemente in seta, pregiato materiale che permetteva di esaltare le forme del corpo. Inoltre, cappellini fantasiosi rendevano più dolce l’eleganza austera del decennio. Il viso era lasciato libero ma le donne potevano concedersi numerosi e civettuoli accessori come guanti, occhiali da sole, bigiotteria, strass e paillettes (alla stregua di diamanti), poi cappelli, cuffie e foulard. Fu proprio nel 1933 che Hermès mise sul mercato il suo primo foulard di seta. La donna degli anni Trenta doveva essere magra ma femminile, sportiva, naturale e curata. Praticamente il ritratto di Greta Garbo. Di lei ho voluto cogliere un accessorio particolare: il turbante. Di origine orientale, intramontabile, comodo, pratico, ma anche accessorio di lusso, che regala alla donna appunto un fascino retro. Il turbante è tornato alla ribalta come vero e proprio “must”, esprimendo eccentricità, esotismo, ma anche originalità con un tocco di eleganza. Dunque chi meglio della Garbo potevo scegliere come musa ispiratrice per questo accessorio? La Divina è stata una donna forte prima che bellissima e talentuosa attrice. È stata uno dei personaggi centrali della vita del Novecento, perché aveva idee molto chiare e lungimiranti, oltre a ingiungere agli uomini rispetto. Ricordiamo che lei lasciò la carriera a soli 36 anni, ancora nel pieno del suo splendore: ciò significa soprattutto avere una gran padronanza di sé. La sua riservatezza e la sua malinconia sono state una costante che ancora oggi la rendono immortale.
Aggiornato il 22 novembre 2019 alle ore 16:07