Oggi Greta Thunberg dovrebbe andare a predicare il proprio verbo verde apocalittico al Parlamento francese, ma i deputati della destra storica (e anche di quella geografica) sono in rivolta. “Je respecte la liberté de penser…mais ne comptez pas sur moi pour applaudir une prophétesse en culottes courtes”, “rispetto la libertà di pensiero ma non contate su di me per applaudire una profetessa in pantaloncini corti”, ha scritto ad esempio in un tweet Julien Aubert. Etichettando la giovane svedese come “la profetessa della paura” e aggiungendo che “il pianeta e la sua salvaguardia vanno bene, la propaganda del green business no”.
Altri invitano apertamente al boicottaggio e insomma, sembra che i francesi siano meno “gretini” di noi italiani che abbiamo permesso a questa ragazza – chiaramente eterodiretta dalla famiglia che l’ha trasformata in un affare anche economico – di predicare a piazza del Popolo e poi anche a San Pietro, prontamente accolta da Papa Francesco, che non si fa mai mancare niente di stravagante a livello mediatico. Comunque, sia come sia, oggi Greta parlerà al parlamento francese ma deve mettere in conto i fischi oltre agli applausi di repertorio e la polemica potrebbe continuare nei giorni futuri.
D’altronde la Francia, un po’ come l’Italia, da tempo è investita da un’ondata di irrazionalità politica e istituzionale come non si era mai vista prima. Il 14 luglio, tanto per dirne una, si è dovuto assistere anche alla sfilata del “robocop” Franky Zapata che ha sorvolato l’Eliseo e mezza Parigi – vestito da astronauta come in un film di fantascienza di serie B – su una specie di surf volante con un mitra puntato minacciosamente in basso sulla testa di eventuali parigini sovversivi. Adesso lo stesso Zapata, che pare sia amico intimo di Emmanuel Macron, promette di sorvolare la Manica nella stessa mise.
Insomma, anche i francesi hanno i propri problemi che in fondo ridimensionano le idiozie grilline qui in Italia. Ora il terreno della polemica si è spostato sulla presenza di Greta all’assemblea generale e la destra ha avuto l’ingrato compito di mettersi dalla parte della dissacrazione di questo mito infantile nato a tavolino.
Le parole d’ordine sono il no alla “guru apocalittica” e all’”infantilizzazione oscurantista”, si intende della questione ecologica. Potrebbero pure funzionare. E potremmo imitarle anche qui da noi. Che tanto “non siamo scarsi a dementi”.
Aggiornato il 23 luglio 2019 alle ore 11:51