Schillaci: “Stiamo potenziando l’assistenza domiciliare”

Orazio Schillaci sostiene che la sostenibilità non sia “solo questione di quanti soldi mettiamo, ma di come li spendiamo”. Lo afferma, in un’intervista alla Stampa, il ministro della Salute. “Stiamo potenziando l’assistenza domiciliare integrata, che deve diventare davvero capillare”. Secondo Schillaci, “la libera professione è un diritto ma non può negare la prestazione pubblica. Il problema nasce quando ci sono più prestazioni a pagamento che in Sistema sanitario nazionale, quando l’attesa pubblica è di sei mesi e l’intramoenia di due settimane. Se lo sbilanciamento nega il diritto alle cure, è verosimile ipotizzare una sospensione temporanea”. Come sottolinea il ministro, “molte famiglie credono che le Asl debbano coprire il 100 per cento delle rette Rsa, ma non è così. Il pieno rimborso sanitario è previsto solo per i non autosufficienti più gravi, dove è impossibile scindere la componente sanitaria da quella sociale”.

A suo avviso, “la sfida vera non è solo vivere più a lungo, è vivere meglio. Questo è l’obiettivo che ci siamo dati al G7 Salute di Ancona: invecchiamento attivo. Per centrarlo serve un cambio di paradigma: meno ospedali, più territorio. Le Case della comunità non sono un’infrastruttura fine a sé stessa, ma il luogo dove sanità e sociale si incontrano davvero”. Servono più infermieri ma non se ne trovano, anche se nella manovra ci sono fondi per assumerne seimila. “È la vera emergenza”, sottolinea. “Nell’immediato attingiamo anche dall’estero con protocolli bilaterali. Ma il tema è rendere attrattiva la professione. I numeri parlano chiaro: questa manovra prevede il più grande aumento mai registrato, 136,5 miliardi per il 2025, oltre 10 miliardi in più rispetto al 2022. Quello che conta davvero è: quante risorse effettive arrivano? Come vengono spese? Abbiamo Regioni che non hanno ancora utilizzato i fondi assegnati per le liste d’attesa. Questo è il vero scandalo, non il rapporto con il Pil”. Schillaci rimarca: “Chi applica le norme che abbiamo varato sulle liste d’attesa sta ottenendo performance notevoli. La strada è quella dell’organizzazione seria delle agende, del coordinamento fra pubblico e privato per garantire il più possibile il diritto alla salute di ogni cittadino, soprattutto se fragile o indigente”.

Aggiornato il 17 novembre 2025 alle ore 16:18