Sigonella: il vero epicentro della sovranità repubblicana

Tra il 7 e il 12 ottobre 1985 una piccola località siciliana situata tra il libero consorzio comunale di Siracusa, l’omonima contrada di Lentini e la città metropolitana di Catania diviene improvvisamente teatro di uno scontro epocale destinato a restare negli annali. Da un lato c’è l’Italia pentapartitica a guida socialista del Presidente Bettino Craxi, dall’altro la superpotenza americana del leader repubblicano Ronald Reagan. E in mezzo ci sono loro, l’oggetto del contendere, i terroristi palestinesi del Fronte per la Liberazione della Palestina, responsabili del dirottamento della nave da crociera italiana “Achille Lauro” e del successivo omicidio di Leon Klinghoffer, ebreo statunitense paraplegico ucciso e poi gettato in mare dai sequestratori. Un affronto troppo grande per l’amministrazione americana, che mette immediatamente in campo tutta la sua forza d’urto nell’intento di rivalersi sui dirottatori, nel frattempo attraccati a Port Said, per essere poi trasferiti dal governo egiziano alla volta della Tunisia, ove all’epoca dei fatti aveva sede l’Olp.

Il Boeing 737 con a bordo il commando di sequestratori, tuttavia, non giungerà mai a destinazione, a causa del lesto intervento delle forze aeree statunitensi, che intercettano il velivolo costringendolo ad effettuare un atterraggio di emergenza a Sigonella, località siciliana sconosciuta ai più, ma sede di un’importante base militare dell’Alleanza Atlantica. L’obiettivo degli americani è chiaro sin dal principio: prelevare dal velivolo i quattro sequestratori insieme ad Abu Abbas (capo fondatore del Fplp, inviato in Egitto da Yasser Arafat e da lì immediatamente ripartito verso la Tunisia) allo scopo di gestire in prima persona le loro sorti, come da ordini impartiti da Washington.

Nel condurre la propria operazione l’amministrazione americana non fa tuttavia i conti con un evento imprevisto: la ferma resistenza del Presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi, deciso come non mai a far prevalere il diritto internazionale e la sovranità nazionale rispetto alle pressanti ingerenze dell’alleato americano. Si giunge così allo scontro: avieri e carabinieri di stanza a Sigonella circondano l’aereo appena atterrato, gli incursori della Delta Force statunitense li accerchiano, ma vengono a loro circondati da un secondo cordone di carabinieri arrivati dalle vicine stazioni di Catania e Siracusa, così da creare tre cerchi perfettamente concentrici attorno all’aereo egiziano. L’epilogo della vicenda è storia nota: dopo attimi di altissima tensione, il decisivo intervento dei blindati dell’arma, giunti sul posto proprio su ordine di Craxi, costringono il reparto speciale statunitense a una definitiva e inattesa resa. 

Con il suo coraggio e la sua fermezza Bettino Craxi era dunque riuscito a far prevalere le ragioni italiane e a difendere la sovranità nazionale dalle ingerenze straniere, assicurando al contempo alla giustizia i membri del commando. Nessuno escluso. Tutti processati e condannati secondo la legge italiana come, del resto, era giusto che fosse.

Quanto ai rapporti con l’alleato americano, la crisi diplomatica si sarebbe risolta di lì a poco, allorquando, con una missiva, Ronald Reagan invitava il Presidente del Consiglio italiano a recarsi negli Stati Uniti allo scopo di ricomporre la frattura venutasi a creare e rigenerare lo status diplomatico pre-Sigonella.

Comunque la pensi, e da qualsivoglia prospettiva la si guardi, Sigonella rappresenta indiscutibilmente la grande vittoria politica di Bettino Craxi, il quale seppe dare prova agli americani e al mondo intero di come la sovranità nazionale non possa essere sacrificata sull’altare degli interessi di parte. Neppure se la parte in questione risponde al nome di Stati Uniti d’America ed è incarnata dall’ingombrante sagoma di Ronald Reagan. Non solo. Perché, al netto delle diverse letture e interpretazioni, Sigonella simboleggia, almeno in tema di sovranità, il reale epicentro dell’intera esperienza repubblicana: il primo vero sussulto di sovranità nazionale dopo quarant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, l’ultimo vero vagito di sovranità di questi ultimi quarant’anni.

Aggiornato il 10 ottobre 2025 alle ore 10:33