
Antonio Tajani manifesta pessimismo rispetto alla fine del conflitto russo-ucraino. “Io ho sempre detto che non si sarebbe raggiunto un cessate il fuoco prima della fine di quest’anno. Non sono molto ottimista perché Vladimir Putin vuole andare avanti, per una serie di motivi”. Lo sostiene il ministro degli Esteri intervenendo nel programma Morning News di Canale 5, a proposito della situazione in Ucraina. Tajani cita, in particolare, l’economia della Federazione russa che “è orientata alla difesa”. Quindi Putin “fatica a fare marcia indietro” e “la sua speranza è quella di poter conquistare sempre più territorio” ma “non sarà facile per lui perché dopo quasi 3 anni non è riuscito ad ottenere ciò che voleva”. Da qui la convinzione, nelle parole del ministro, che stringere con altre sanzioni alla Russia sarà “inevitabile”, sanzioni “però mirate sugli aspetti finanziari in modo da impedire a Putin di finanziare le proprie truppe. È il modo migliore per cercare di convincerlo a più miti consigli e arrivare a un cessate il fuoco”, spiega Tajani.
“Ma è un’impresa molto difficile”, aggiunge. “Noi contiamo molto sulla mediazione americana, stiamo facendo tutto ciò che è possibile anche noi”. Secondo il ministro, “l’Ucraina ha veramente una grande forza, la voglia del popolo di difendere il proprio territorio. Ma questo non è sufficiente, servono aiuti”. Tajani ricorda che i prossimi 10 e 11 luglio a Roma si terrà una “grande conferenza mondiale per la ricostruzione” dell’Ucraina, affinché il Paese abbia l’opportunità “anche durante la guerra di poter ricostruire, e poi dobbiamo guardare al giorno dopo”. Sul fronte israeliano, il ministro degli Esteri si dice convinto che Donald Trump stia lavorando per la pace. “Vuole dimostrare che l’arrivo della nuova Amministrazione provochi cambiamenti nel mondo. Ma è una missione molto molto complicata”. Sul Medio Oriente in particolare, il ministro ricorda la necessità di disinnescare il “pericolo” che l’Iran si doti dell’atomica e a questo proposito auspica “magari a Roma, un incontro tra Iran e Stati Uniti, un incontro che dovrebbe ripetere quelli che già si sono svolti per due volte a Roma e altri in Oman per far sì che si possa arrivare a una stabilità dell’area. Perché dall’Iran dipende moltissimo anche ciò che accade in Israele e a Gaza”.
Aggiornato il 30 giugno 2025 alle ore 16:10