
Luigi Marattin lancia il Partito liberaldemocratico. Oggi e domani a San Lazzaro di Savena (Bologna) si celebra il congresso fondativo della nuova formazione politica centrista. Classe 1979, una “promessa” del Partito democratico, ora Marattin, economista e deputato, dopo una vita da gregario, è passato a “dare le carte”. Ha fondato il Pld, convinto di riuscire là dove Carlo Calenda, Matteo Renzi e gli altri liberal non ce l’hanno fatta prima di lui. “Il bipolarismo – dice in un’intervista a Repubblica – ha fallito nell’affezionare gli italiani alla politica. Siamo il Paese che è cresciuto meno al mondo, abbiamo fallito la sfida della modernizzazione e le riforme importanti risalgono agli Anni Settanta. Destra e sinistra hanno fallito”. A suo avviso, “per prima cosa è necessario capire gli errori e non ripeterli. Il progetto del Terzo polo era diventato secondario rispetto agli ego. Questo non si deve ripetere più”, aggiunge Marattin. La prospettiva è verso “un’offerta politica alternativa ai due poli che racchiuda da una stessa parte tutti i liberal-riformatori che rifiutano il populismo. Chiunque sia alternativo ai due poli, che abbia una visione di società liberale e democratica, è il benvenuto”.
Intervistato dal Sole 24 Ore, Marattin sottolinea che ci sia “un pezzo di Paese che non vuole più al Governo né Giuseppe Conte né Matteo Salvini, ma che invece se li ritrova azionisti imprescindibili delle due uniche possibilità di voto che al momento hanno. Così il sistema politico italiano non può più reggere”. Secondo l’ex renziano di ferro, “il 10 e il 15 per cento dell’elettorato non ha rappresentanza politica. E che o non vota, o lo fa malvolentieri, contribuendo però alla radicalizzazione del quadro. Il Partito liberaldemocratico nasce con l’obiettivo di costruire questa offerta per le Politiche 2027. Lo vogliamo fare lavorando con tutti gli attori, presenti e futuri, che abbiano un approccio liberal-riformatore, siano alternativi ai due poli e che vogliano costruire un’offerta contendibile e non proprietaria”. Frattanto, Gianfranco Rotondi, presidente della Dc, stoppa sul nascere l’iniziativa di Marattin. “È inutile – sostiene – la frenetica ricerca di ricollocazioni al centro. Il centro è il buon Governo, e oggi è Giorgia Meloni. A me si fa pagare questo perché lo dico con troppa chiarezza, ma è il mio stile: dopo Silvio Berlusconi, il voto di centro lo ha preso Giorgia e lo sta rappresentando con grande duttilità. La mia Dc ha un rapporto preferenziale con Fdi ed esso è destinato a crescere. Non siamo interessati ad accrocchi centristi e li sconsigliamo anche a chi ne ha la tentazione”.
Aggiornato il 28 giugno 2025 alle ore 14:16