
Il leader del Movimento 5 stelle ci ha tenuto a specificare. Giuseppe Conte ha fatto una mini marcia indietro sul vertice anti Nato a cui hanno aderito alcune sinistre europee, tenutosi ieri all’Aja, spiegando che il punto della manifestazione fosse non contro l’Alleanza atlantica, bensì contro il riarmo della stessa. Una scelta particolare, e forse non condivisa da “tutti i 15 partiti e movimenti politici” arrivati da 11 Paesi che si sono confrontati per un’alternativa politica, instaurando un coordinamento europeo “contro la follia del riarmo e della guerra”. “Non vogliamo un’Europa di armi, guerra e distruzione: vogliamo un’Europa prospera, all’insegna della sanità, del lavoro e dei diritti”, ha spiegato Conte dopo la riunione. “L’appello lanciato dal M5s è stato raccolto e solide basi sono state poste nel confronto di oggi. Ora è già tempo di guardare avanti. Ci ritroveremo a Roma, dopo l’estate, per condividere ancora più energie e partecipazione, per costruire un fronte ancora più ampio del dissenso alla guerra e al riarmo. Per continuare a dire, insieme e all’unisono: no rearm, no war”, ha chiosato il leader pentastellato.
L’ex premier è tornato anche sulla mozione al Parlamento che ha spaccato la sinistra, ammettendo che in caso di pace ufficiale tra Russia e Ucraina, secondo lui non sarebbe affatto strano riallacciare i legami commerciali con Mosca. E ancora: “La guerra in corso in Ucraina dimostra il nostro fallimento collettivo nel perseguire le soluzioni diplomatiche necessarie per garantire la pace. Mentre l’invasione illegale della Russia e i continui bombardamenti devono cessare, è importante riconoscere che si sarebbe potuto fare di più attraverso la diplomazia per prevenire e risolvere questa guerra”, si legge nella dichiarazione finale della conferenza no rearm, no war. Una bella combinazione di sinistra radicale ed euroscettici si è radunata all’Aja, con a capo il pentastellato che sta cercando di aprire più spaccature e fronti interni possibili, dimenticandosi di quando a governare c’era proprio lui, l’avvocato del popolo. L’ultimo in ordine cronologico ad aver aumentato le spese militari italiane, ad aver magnificato l’Alleanza atlantica come “pilastro della sicurezza europea e internazionale”. Nel 2018, Conte e cinque stelle credevano “fermamente nella Nato” e non intendevano sottrarsi ai loro “impegni di solidarietà e lealtà atlantica alla Nato”, parola di Giuseppe.
Ricapitolando, il leader pentastellato sarebbe contro il riarmo (della Nato) ma non contro la Nato, sarebbe contro la guerra ma benevolo nei confronti di Donald Trump, e infine scandalizzato dalle morti dei civili a Gaza ma ignaro del fatto che gli innocenti muoiono anche in Ucraina. Uno slalom speciale a la Conte che non piace né al Governo né tanto meno al campo largo, ma che fa applaudire gli elettori a cinque stelle.
Aggiornato il 25 giugno 2025 alle ore 13:29