Nordio: con riforma meno potere alle correnti

Il governo procede sulla separazione delle carriere. Un progetto contestato da ampie fasce della magistratura associata, che lo ritiene un atto punitivo nei confronti dell’ordine giudiziario. Ma il ministro della Giustizia Carlo Nordio respinge con decisione questa lettura: “Vederci un intento punitivo verso la magistratura è un’interpretazione divinatoria di puro intento polemico. Ma credo che l’Anm veda l’intento punitivo non tanto nella separazione delle carriere quanto nel sorteggio del Csm e nell’istituzione dell’Alta Corte disciplinare”, ha dichiarato in un’intervista concessa al quotidiano La Stampa. Nordio punta il dito contro il sistema delle correnti, ritenuto ormai degenerato. “E questo è sintomatico della riluttanza del sindacato a perdere un potere correntizio che ha esercitato, e malamente per decine di anni”, osserva. A sostegno delle proprie tesi richiama lo stesso mondo giudiziario, che nel caso Palamara ha parlato di un “verminaio” e di “mercato delle vacche”. Per il ministro, la riforma in cantiere punta a ridurre sensibilmente l’influenza di questi meccanismi interni: “Se questa sia punizione, o il ripristino della vera indipendenza della magistratura, lo diranno gli elettori nel referendum che seguirà all’approvazione”.

Tuttavia, non mancano le critiche anche sul versante penale. Alcune forze politiche e ambienti accademici accusano l’Esecutivo di aver moltiplicato i reati con il Decreto sicurezza, in controtendenza rispetto all’annunciata depenalizzazione dei fatti minori. Nordio giustifica il cambio di rotta con l’evoluzione del contesto sociale e tecnologico: “Perché i tempi mutano, come i comportamenti e le tecnologie. C’era un notevole vuoto di tutela in alcuni settori”. In questo quadro si inserisce anche la norma contro i rave party, difesa dal ministro come misura efficace: “La tanto criticata norma sui rave party ha sanzionato un fenomeno intollerabile, che infatti è cessato”. Il guardasigilli ha annunciato poi l’apertura di una nuova fase riformatrice. Sull’onda del dibattito riacceso dal caso Garlasco, il governo sta valutando la riscrittura del codice di procedura penale: “Sì, la riforma del codice di procedura penale è allo studio – ha confermato a La Stampa – e mira a ripristinare i principi liberali voluti da Giuliano Vassalli, eroe della Resistenza e non sospetto di autoritarismi, il cui codice del 1988-1989 è stato imbastardito e snaturato. Speriamo di farcela in questa legislatura”.

Quanto al caso Garlasco, Nordio si mantiene cauto sul merito giudiziario, ma ne sottolinea il valore paradigmatico nel quadro delle garanzie processuali: “Non sono mai entrato nel merito e non intendo entrarci, ma ripeto che dopo una doppia assoluzione di un imputato è difficile condannare al di là di ogni ragionevole dubbio”. Il ministro ribadisce infine che la futura riforma terrà conto degli orientamenti della Corte costituzionale, pur riconoscendo che “anche la Corte, come la Cassazione, spesso ha cambiato idea”.

Aggiornato il 06 giugno 2025 alle ore 18:03