La marcia di sabato

In principio è l’idea di Michele Serra: una manifestazione per l’Europa, bandiere europee, magari per colonna sonora l’Inno alla gioia. L’idea piace, arrivano contributi: per la pace, contro la guerra, dice il segretario della Cgil Maurizio Landini. Per la libertà di scienza, dice la senatrice a vita Elena Cattaneo. Per…per… per. È da credere che sabato sventoleranno mille bandiere. Il giornale di Michele Serra, La Repubblica, offrirà in omaggio ai lettori il “Manifesto di Ventotene”, quel testo compilato da Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, mentre l’Europa era sotto il giogo del nazi-fascismo e la guerra infuriava. “Manifesto” che propone, offre, chiede gli Stati Uniti dEuropa: vale a dire una organizzazione federale di governo per il “Vecchio continente”. Non per un caso Spinelli alla fine della Seconda guerra mondiale fonda e anima il Movimento federalista, fino ad arrivare nel 1980, con altri deputati al Parlamento europeo a fondare l’assai poco ricordato “Club del coccodrillo”.

Ora la manifestazione di sabato. Tutto fa pensare che avrà successo, vedrà la partecipazione di tante persone, animate da “buona volontà”. Va bene così, ma anche no. Si marcia, si chiede, si invoca di tutto, ma manca quel concetto base che era di Rossi, Spinelli, Colorni: il federalismo. Quello che preme, urge, occorre “fin da subito” è quel progetto federalista concepito e proposto a Ventotene in quei tempi cupi. La marcia di sabato è piena di “tutto”. Il progetto e l’anelito federalista, non ci sono.

Aggiornato il 12 marzo 2025 alle ore 13:33