Luca Zaia si affida ai militanti. Il governatore leghista conduce la sua lotta per il terzo mandato per la guida della Regione Veneto. Ha scelto la legittimazione “dal basso”. Per queste ragioni, i banchetti del Carroccio che sono stati allestiti sono con “una chiamata di popolo”. Zaia chiarisce: “Non sto portando avanti battaglie personali. Quello che dovevo dire l’ho detto”. E intanto sono già 10mila le firme a suo sostegno, un sondaggio per sfondare le regole ritenute ormai obsolete: “Il limite dei mandati è un retaggio storico”, dice Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta, molto vicino al segretario nazionale Matteo Salvini. “Valorizzare la democrazia significa superare queste imposizioni e liberare i cittadini dai vincoli imposti dalla legge al loro libero esercizio del voto. Questo sondaggio ne è la conferma”. Dunque le firme sono raccolte per il terzo mandato di Zaia ma anche per mandare un messaggio agli alleati di Governo. “Oltre allo sblocco dei mandati per il presidente Zaia chiediamo che il candidato presidente in questa regione spetti al partito che in Veneto, più di tutti, raccoglie 159 sindaci, 1.178 amministratori, coinvolge oltre 320 sezioni. Un patrimonio di persone che dal punto di vista quantitativo e non solo qualitativo, fa la differenza”, sottolinea Stefani.
Della stessa idea Alberto Villanova, capogruppo della Liga Veneta in Consiglio regionale Veneto: “A Roma non potranno pensare di decidere tra di loro nei palazzi, il Popolo vuole poter votare liberamente, senza vincoli ed ostruzioni”. Una battaglia destinata a continuare. La Lega proseguirà anche nei prossimi week–end a raccogliere le firme nelle piazze. “È una guerra giusta – osserva Villanova – che porteremo avanti, a qualsiasi costo”. A sostenere la sua tesi il sondaggio dell’Istituto demoscopico Lab21.01 (per Affaritaliani.it) secondo il quale il 67,7 per cento degli italiani – ovvero la stragrande maggioranza – vuole che venga cancellato il vincolo del doppio mandato per i presidenti di regione. Strategia diversa per il governatore campano Vincenzo De Luca, in quota Pd. “Non è che decidono da Roma – sostiene – quello che dobbiamo fare nei territori”. De Luca si affida alla Consulta che dovrebbe tenersi nella metà di aprile. Intanto, il presidente campano ha già costituito il suo collegio di difesa per sostenere che il limite dei due mandati consecutivi scatta solo da quando le regioni recepiscono la legge del 2004. Il che permetterebbe al governatore di ricandidarsi. De Luca non demorde: “Indipendentemente da quello che dirà e farà il Pd scenderò in campo”. Ma indiscrezioni sostengono che il punto di caduta per De Luca potrebbe essere la candidatura a sindaco di Salerno.
Aggiornato il 27 gennaio 2025 alle ore 17:01