Fascismo e Comunismo: l’altra faccia della medaglia

C’è un vizio culturale nel nostro Paese che poi tanto vizio non è, ma una strategia raffinata di comunicazione manipolatrice della realtà: sì, perché sono le parole a dare senso alla realtà. In Italia il vecchio Pci sapeva che non sarebbe potuto arrivare al governo a causa dell’accordo di Yalta tra le potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale; da qui una spartizione del potere tra la Democrazia Cristiana e il Pci visto come il legittimo rappresentante dell’Unione Sovietica. In questa spartizione la Dc, forte del suo rappresentare − la Chiesa cattolica − ha lasciato al Pci la gestione della cultura laica mediante la gestione delle università e delle varie “case matte” della cultura, così come, in modo profetico e lungimirante, scrisse Gramsci nei suoi “Quaderni dal carcere”, per quanto manipolate da Togliatti e non solo. La sua teoria sull’egemonia culturale che contrastava per l’Occidente le teorie leniniste sulla presa del potere mediante rivoluzioni violente (potremmo dire con ironia che Landini non ha studiato Gramsci ed è rimasto a Lenin), si è dimostrata la teoria vincente.

Tutta questa premessa per dire che mediante il controllo del linguaggio, e dunque dei termini che si usano per rappresentare la realtà, gli ex comunisti hanno fatto credere che il termine fascismo rappresenta tutto ciò che è autoritario: dai comportamenti alle parole, dai ruoli ai gesti. Ovviamente questa operazione esclude una lettura del comunismo come autoritario in Italia. Uomo fascista, Padre fascista, hai detto una cosa fascista, quel gesto non devi farlo perché fascista, uccidere è da fascista, combattere colui che io decido che è fascista è cosa buona e giusta, la pensi come un fascista, ti sei vestito come un fascista, essere contro l’utero in affitto è fascista, etc. Questo fascistizzare tutto ciò che ad una élite politica, e oggi anche finanziaria, non piace è eguale a come fare di tutta un’erba un fascio senza più distinguere la poliedricità della realtà. Questo schematismo mentale di regressione infantile non è casuale, è volutamente sostenuto perché più un popolo è ignorante, nel senso etimologico del termine, più si determina una maggior capacità manipolatrice delle élite al potere.    

Precisiamo che élite al potere non sono oggi i governanti tout court, ma coloro che controllano i mezzi di comunicazione che non sono gli editori, ma la finanza che foraggia anche la politica.

Il Pci italiano, essendo stato fortunato nel rimanere nel blocco occidentale e non in quello comunista, per darsi una parvenza di democraticità ha utilizzato e utilizza l’antifascismo come garanzia della sua presunta democraticità. Pertanto, fascistizzare l’autoritarismo è la cosa più facile che ci sia, perché siamo tutti noi portatori sani dell’autoritarismo nel nostro di Dna culturale.  L’autoritarismo è insito nell’essere umano essendo la formula più semplice per affermare il comando, non è richiesta competenza ma la forza fisica tipica dell’istinto e nel tempo anche quella psicologica. Utilizzare questi arcaici richiami alla paura dell’autoritarismo definendoli fascisti è una grande operazione di manipolazione per nascondere, come ogni manipolazione, la verità e il vuoto politico di un ceto, che non sa proporre e neanche cogliere, anche per conflitti interni, i bisogni della popolazione.

 Il fascismo come il comunismo sono due figli degeneri del socialismo democratico, sarebbe disonesto non riconoscere ad entrambi l’aver colto e, per un periodo di tempo, supportato il bisogno di cambiamento delle loro popolazioni, ma nel tempo si è affermato il nocciolo autoritario della loro ideologia, come ogni altra ideologia.  Anche qui la polemica tra destra e sinistra è un’altra manipolazione, che l’ignoranza storica, in questo caso, favorisce: se aiutare i più deboli è di sinistra anche il fascismo è di sinistra, se l’autoritarismo e il razzismo sono di destra anche il comunismo è di destra. Il demerito di queste 2 ideologie è quello di aver sdoganato la violenza come valore per un mondo migliore. Il fascismo è morto nel 1946 e il comunismo è morto nel 1989/91, ma le loro mentalità autoritarie, purtroppo, sono vive e vegete ed infettano il sistema democratico.

Aggiornato il 03 gennaio 2025 alle ore 17:34